Estero

Florida, lo sparatore rimane in prigione: nessuna cauzione

Trump nella bufera: fu lui ad annullare la legislazione che impediva ai malati di mente di accedere alle armi

Cruz di fronte al giudice (foto: Keystone)
15 febbraio 2018
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Nikolas Cruz, l’ex studente accusato della strage nel liceo in Florida, è comparso oggi per la prima volta in tribunale, dove gli sono stati contestati 17 capi di imputazione per omicidio premeditato. Il giudice ha deciso che verrà detenuto senza possibilità di cauzione. "Diventerò un professionista di stragi nelle scuole", annunciava in un video su YouTube dello scorso settembre.

Lui, diciannove anni, orfano, era stato adottato e per un periodo sarebbe stato anche ricoverato in una clinica psichiatrica. Ma i suoi disturbi non gli hanno impedito di acquistare armi micidiali di cui era un fanatico, e di partecipare a "esercitazioni paramilitari" con una milizia di nazionalisti bianchi della Florida.

Non ci sarebbe inece nessun legame con un gruppo di suprematisti bianchi, come invece inizialmente lasciato intendere dallo stesso leader della milizia nazionalista bianca 'Repubblica della Florida'. Ad affermarlo è Grady Jordan, portavoce dell’ufficio dello sceriffo della contea di Leon, Florida. Jordan ha spiegato che il suo ufficio ha arrestato Jereb almeno quattro volte e che monitora il gruppo dal gennaio 2014. "Non ci sono legami noti che ci possano mettere in relazione Cruz con il gruppo", ha assicurato.

Molto della personalità di Nikolas emerge dai social media, dove postava materiale che adesso gli investigatori definiscono "parecchio inquietante", con frasi anti-Islam e diverse foto su Instagram che lo ritraggono col volto semicoperto mentre tiene in bella mostra armi da fuoco e da taglio. La scuola, quella dove è tornato probabilmente per farsi ’giustizia’, lo aveva semplicemente espulso. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata una violenta lite con un altro studente che lo accusava di comportarsi da stalker con la sua ragazza, una studentessa da cui Nikolas sembra fosse ossessionato.

Parla Donald Trump, ma non dice nulla sulle armi 

A seguito della strage – una delle peggiori nella storia americana, costata la vita a 17 persone –, Donald Trump ha cancellato il viaggio previsto domani a Orlando, Florida, dove avrebbe dovuto promuovere il piano per le infrastrutture. "Nessun bambino, nessun insegnante dovrebbe mai essere in pericolo in una scuola americana. Nessun genitore dovrebbe mai temere per i suoi figli e le sue figlie quando li bacia e li saluta al mattino" hadetto il presidente in tv, parlando per sei minuti e mezzo, enfatizzando il tema della sicurezza a scuola e della salute mentale. Ha però taciuto sulla cruciale questione dei controlli sulle armi, mentre Barack Obama gli ha risposto indirettamente subito dopo, via Twitter: "Ci uniamo al lutto di Parkland. Ma non siamo impotenti. Prendersi cura dei nostri bambini è il nostro compito primario. E fino a che non potremo onestamente dire che stiamo facendo di tutto per tenerli al sicuro dai pericoli, incluso una legge sul controllo delle armi frutto del buon senso, da lungo dovuta e che la maggioranza degli americano vuole, dobbiamo cambiare".

Il presidente che ha allentato i controlli

Al di là delle parole, parlano i fatti: finora il tycoon ha continuato ad allentare i controlli sull'acquisto di pistole e fucili. Una delle sue prime mosse dopo l’insediamento alla Casa Bianca fu cancellare una normativa voluta da Obama per impedire ai malati mentali di entrare in possesso di un’arma, come successo nel caso di Nikolas Cruz. Nella sua ultima proposta di bilancio ha tagliato milioni di dollari destinati al sistema di controllo delle armi da fuoco. Nessuna iniziativa neppure per vietare il ’bump-stock’, il congegno per accelerare il ritmo dei colpi usato da Stephen Paddock nella strage di Las Vegas (59 morti) in ottobre.

Una persona "molto malata, un demente", lo aveva definito, come ha fatto oggi su Twitter con Cruz: "Così tanti segnali che l’assassino della Florida era mentalmente disturbato, perfino espulso dalla scuola per condotta cattiva e incostante". "I suoi vicini ed i suoi compagni di classe sapevano che era un grande problema. Bisogna segnalare sempre questi casi alle autorità, continuamente!", ha aggiunto, dimenticandosi però che l’Fbi, pur avendo ricevuto segnalazione delle minacce online di Cruz, non è stata in grado di identificarlo in tempo.

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