Estero

Il Papa accusa di calunnie alcune vittime di abusi sessuali

La vicenda riguarda il vescovo di Osorno, accusato di avere nascosto le violenze di un altro sacerdote

((Keystone))
19 gennaio 2018
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Continuano in Cile le polemiche per gli abusi sessuali commessi da esponenti della Chiesa cattolica. Ieri papa Francesco, in visita ufficiale, ha apertamente accusato le vittime di abusi di calunnie a discapito del vescovo Juan Barros, sospettato di avere coperto gli abusi del sacerdote Fernando Karadima. Le parole del Pontefice sono state chiare: "Il giorno che qualcuno mi presenterà una prova contro il vescovo Barros allora parlerò. Ma finora non c’è neanche l’ombra di una prova. È tutta una calunnia. È chiaro?"

Nel 2011, Karadima fu condannato dal Vaticano stesso per abusi su alcuni adolescenti risalenti agli anni Ottanta. La chiesa gli impose "una vita di preghiere e penitenze". Anche i tribunali ordinari suffragarono l'accusa di abusi, pur trattandosi di reato prescritto. Stando a quanto dichiarato da una delle vittime, Juan Carlos Cruz, Barros fu testimone degli abusi. Alla richiesta si fornire prove, Cruz ha risposto via Twitter: "Come se avessi potuto scattare un selfie o delle foto mentre Karadima abusava di me e di altri, con Juan Barros lì di fianco che vedeva tutto".

Barros fu nominato vescovo di Osorno nel 2015 da Papa Francesco, nonostante le molte proteste. Pochi giorni fa Associated Press ha inoltre dichiarato di possedere il testo di una lettera indirizzata da Francesco a Barros e ad altri due vescovi cileni vicini a Karadima, nella quale il pontefice li pregava di prendersi un anno sabbatico per lasciare scemare il clamore mediatico dovuto allo scandalo degli abusi. L'invito però non ebbe seguito.

All'inizio della sua visita in Cile, papa Francesco ha chiesto perdono a nome della Chiesa per i "danni irreparabili" causati dagli episodi di pedofilia. Ma si è rifiutato categoricamente di incontrare le vittime di Karadima e di revocare la nomina di Barros.

 

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