Estero

Australia, chiuso centro profughi 'illegale e anticostituzionale'

1 novembre 2017
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L’Australia ha ufficialmente chiuso da ieri il centro di detenzione di profughi e richiedenti asilo stabilito nell’isola di Manus in Papua Nuova Guinea, che è stato dichiarato oltre un anno fa "illegale e incostituzionale" dalla Corte Suprema del paese.

Tuttavia oltre 600 uomini, la maggior parte con lo status di profughi, restano barricati all’interno nonostante il taglio delle forniture di acqua, elettricità e cibo e rifiutano di essere trasferiti in alloggi "di transito" nella vicina cittadina Lorengau. I profughi, che hanno organizzato proteste pacifiche ogni giorno da tre mesi, quando è stata annunciata come imminente la chiusura, affermano di non sentirsi al sicuro nella comunità della piccola isola, dove i residenti locali esprimono ostilità.

Human Rights Watch (HRW) ha di recente documentato un’impennata di violente aggressioni da parte di gruppi armati a profughi e richiedenti asilo, per alcuni dei quali è stato necessario il trasferimento medico nella capitale Port Moresby o in Australia. Nell’avviso finale diffuso domenica sera, le autorità di immigrazione di Papua Nuova Guinea avvertono che il sito torna a essere parte della base della marina militare, che si prepara a riprenderne il controllo. E che gli uomini che scelgono di rimanere “possono essere rimossi da una base militare attiva”. In precedenza il ministro dell’Immigrazione di Papua Nuova Guinea, Petrus Thomas aveva affermato che l’Australia ha la responsabilità legale, finanziaria e morale per i rifugiati trattenuti a Manus. Chi non accetterà l’offerta di reinsediamento in Papua Nuova Guinea non sarà costretto a farlo, aveva aggiunto.

Il centro di Manus, riaperto nel 2012 dopo anni di chiusura, è stato al centro di continue controversie e condanne da organizzazioni per i diritti umani, ONU compresa, per abusi sistematici come violenze fisiche e anche omicidi, abusi sessuali, accuse di torture da parte delle guardie, cure mediche inadeguate con conseguenze mortali e tassi catastrofici di disturbi mentali, autolesionismi e suicidi.

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