Estero

Catalogna: Puidgemont non rinuncia all'indipendenza, Rajoy attacca

19 ottobre 2017
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Carles Puidgemont non molla. "Se persiste la repressione e la mancanza di dialogo, il Parlament potrà procedere, se lo ritiene opportuno, a votare la dichiarazione formale di indipendenza." Questa la secca replica scritta dal presidente della Generalitat catalana al presidente del Governo spagnolo Mariano Rajoy, riportata stamattina da La Vanguardia.

In altre parole: se Madrid impugnasse l'Articolo 155 della Costituzione - quello che permette la revoca o la forte limitazione delle autonomie regionali - si farà un altro passo verso l'indipendenza, che comunque al momento rimane in sospeso.

E adesso cosa succede?

Bella domanda. Rajoy aveva chiesto a Puigdemont di "tornare nella legalità", ovvero di rinunciare formalmente alla dichiarazione di indipendenza, entro le 10 di questa mattina. 

Ora il governo spagnolo ritiene che il presidente catalano Carles Puigdemont "non abbia risposto" alle richieste di Madrid e dice che andrà avanti nell’applicazione dell’art. 155. Un Consiglio dei ministri straordinario sabato approverà l’attivazione del 155, che sarà sottoposta al voto del Senato, per "ristabilire l’ordine costituzionale in Catalogna".

Una mossa contraria a quanto richiesto da Puidgemont: l'apertura di un tavolo delle trattative fra Catalogna e governo centrale, magari per negoziare un referendum sull'indipendenza legalmente riconosciuto, come quello caldeggiato dalla maggioranza del Parlamento catalano. Opzione in effetti inverosimile, dato che Rajoy e il Parlamento spagnolo - incluso il Partito socialista - hanno escluso il dialogo senza il ritiro della dichiarazione d'indipendenza. Dialogo o meno, è difficile che si arrivi a concedere il referendum con fronti così contrapposti.

Ieri Madrid aveva presentato una controproposta: la rinuncia all'Articolo 155 se Puidgemont scioglierà il Parlamento catalano e convocherà nuove elezioni. Ipotesi che però divide lo stesso governo di Rajoy (in parte propenso a tirare le conclusioni più drastiche dopo il referendum del primo ottobre, considerato illegale e al quale aveva sì stravinto il 'sì' all'indipendenza, ma con un'affluenza alle urne inferiore al 50%).

L'Articolo 155

Il problema è che anche applicare l'Articolo 155 presenta molte incognite: non è mai stato applicato in precedenza, e la stessa Costituzione non è chiara nel delineare modalità e spazio di manovra per un intervento dello Stato centrale sull'autonomia regionale. I contenuti si limitano a questo:

"(I) Ove la Comunità Autonoma non ottemperi agli obblighi imposti dalla Costituzione o dalle altre leggi, o si comporti in modo da attentare gravemente agli interessi generali della Spagna, il Governo, previa richiesta al Presidente della Comunità Autonoma e, ove questa sia disattesa, con l’approvazione della maggioranza assoluta del Senato, potrà prendere le misure necessarie per obbligarla all’adempimento forzato di tali obblighi o per la protezione di detti interessi.

 (II) Il Governo potrà dare istruzioni a tutte le Autorità delle Comunità Autonome per l’esecuzione delle misure previste nel comma precedente."

Le "misure previste", peraltro, andranno elaborate da una commissione parlamentare e sottoposte al Senato. Nel frattempo Puidgemont potrebbe cercare di giocare in contropiede, sottoponendo l'indipendenza al suo Parlament (a maggioranza indipendentista) prima che la maggioranza 'unionista' di Madrid proceda a bastonarne le ambizioni.

 

 

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