Le Nazioni Unite hanno chiesto oggi una pausa umanitaria nei combattimenti a Raqqa per permettere a migliaia di civili di lasciare la città, che forze a maggioranza curda sostenute dai bombardamenti della Coalizione internazionale a guida Usa stanno cercando di strappare al controllo dell’Isis.
L’appello è stato lanciato a Ginevra da Jan Egeland, consigliere per gli affari umanitari in Siria. L’Onu stima che siano circa 20'000 i civili intrappolati a Raqqa, usati come scudi umani dall’Isis ma anche uccisi dai bombardamenti aerei della Coalizione a guida americana.
Migliaia di civili sono intrappolati a Raqqa, sotto il fuoco di tutte le parti in conflitto, e "centinaia" sono stati uccisi o feriti, anche dai bombardamenti della Coalizione internazionale a guida Usa che appoggia l’avanzata delle forze a predominanza curda per strappare all’Isis la sua ’capitale’ siriana. Lo afferma Amnesty International in un rapporto pubblicato oggi, basato su testimonianze dei sopravvissuti che sono riusciti a fuggire.
Secondo stime dell’Onu, sono tra i 10'000 e i 50'000 i civili ancora intrappolati in città, che dall’inizio di giugno è investita dall’offensiva delle cosiddette Forze democratiche siriane (Sdf), a maggioranza curda.
Sopravvissuti e testimoni hanno detto ad Amnesty che i miliziani dell’Isis usano trappole esplosive e cecchini per fermare chiunque tenti di fuggire dalla città, mentre continuano gli incessanti bombardamenti di artiglieria e aerei della Coalizione internazionale. Allo stesso tempo, altri testimoni parlano di bombardamenti compiuti dalle forze governative siriane, sostenute dalla Russia, a sud dell’Eufrate, anche con l’impiego di bombe a grappolo vietate dalle normative internazionali.
"Migliaia di civili – ha affermato Donatella Rovera, senior adviser per la risposta alle crisi di Amnesty International – sono intrappolati in un labirinto mortale dove sono sotto il fuoco di tutte le parti. Sapendo che l’Isis usa i civili come scudi umani, le Sdf e le forze Usa devono raddoppiare gli sforzi per proteggere i civili, soprattutto evitando di effettuare attacchi sproporzionati e indiscriminati e creando vie di fuga sicure".
(ATS)