Estero

Altri 180 migranti gettati in mare nello Yemen

(A.Carrasco Ragel)
10 agosto 2017
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Nell’arco di meno di 24 ore, le coste dello Yemen sono state di nuovo teatro di una vicenda “inumana e scioccante”: sono diventati circa 300 (120 ieri e 180 oggi) i migranti costretti in due episodi diversi a gettarsi in mare al largo della regione yemenita di Shabwa dai trafficanti di esseri umani che dovevano invece portarli a riva, e che così ne hanno di fatto condannati a morte un gran numero. E si tratta di un bilancio ancora provvisorio, fornito dalla International Organization for Migration (Oim, l’agenzia dell’ Onu per le migrazioni).

Già ieri, l’Oim aveva riferito di 29 tombe improvvisate rinvenute su una spiaggia di Shabwa, dove qualche ora prima qualche decina di sopravvissuti erano approdati e avevano così dato sepoltura ad alcuni dei loro compagni più sventurati, partiti come loro dalla fame e dalla miseria della Somalia o dell’Eritrea. I dispersi sono oltre venti e l’età media sul barcone con cui erano partiti da qualche porto nel Corno d’Africa era di circa 16 anni.

Oggi, la replica, forse ancora più drammatica. Questa mattina, dopo che si era appreso che altri 180 migranti sono stati gettati in mare, sono stati recuperati i corpi di cinque persone, mentre circa 50 altre risultano disperse, e vengono sostanzialmente date per morte. Si tratta di persone, denuncia l’Oim, che sono state “deliberatamente affogate” dagli scafisti, che potrebbero peraltro, sostengono alcuni esperti, aver così adottato una sorta di “nuova procedura”, per ridurre al massimo la possibilità di essere intercettati avvicinandosi a riva.

Se così fosse, i rischi sono enormi, considerato che secondo l’Oim, solo dall’inizio di quest’anno sono circa 55 mila i migranti che hanno lasciato i Paesi del Corno d’Africa per dirigersi attraverso lo Yemen verso i ricchi Paesi del Golfo. E questo fornisce peraltro una indicazione sul grado di disperazione di questa gente, disposta ad attraversare lo Yemen che, ormai in guerra da anni, viene considerato come uno dei Paesi più pericolosi del mondo, dove oltre ai bombardamenti, raid aerei e i continui attentati, si registrano anche sempre più carestie e epidemie di colera.

Ma naturalmente la rotta attraverso il Mar Rosso non è la sola che espone i migranti a rischi enormi, come dimostrano alcuni dati diffusi sempre dall’Oim, che rileva ad esempio che sono oltre 1’000 i migranti messi in salvo dall’Onu nel Sahara da aprile a oggi. I trafficanti abbandonano infatti centinaia di persone in pieno deserto, nel nord del Niger al confine con la Libia. “Sono rimasto scioccato quando abbiamo trovato un grande gruppo di donne originarie della Nigeria e del Ghana che dormivano in un hangar vicino al confine, in attesa di trovare un passaggio verso nord”, ha raccontato Alberto Preato, uno dei responsabili Oim delle operazioni di soccorso.

Allo stesso tempo, il numero dei migranti che dall’inizio dell’anno sono arrivati in Europa attraverso il Mediterraneo ha raggiunto quota 116’692, rileva l’Oim, precisando che di essi circa l’83% è arrivato in Italia, il resto in Grecia, Cipro e Spagna. Nello stesso periodo del 2016 gli arrivi erano stati oltre il doppio, 263’436, mentre il numero dei morti era stato 3’193, una cifra che quest’anno è più contenuta, ma che comunque già raggiunto la drammatica quota di 2’405.

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