Estero

Scuola svizzera, la replica del presidente dell'istituto: 'Accogliamo tutti. L'unica condizione per l'ammissione è la conoscenza del tedesco'

30 luglio 2017
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La scuola svizzera di Milano “accoglie tutti coloro che vogliano seguire il nostro percorso formativo a condizione che la loro conoscenza della lingua tedesca sia sufficiente”: a precisarlo in un comunicato è il presidente dell’istituto, Luca Corabi De Marchi, che così ha replicato alle polemiche perché il regolamento definisce la scuola “non ottimale” per studenti con problemi di apprendimento o disabili.

La conoscenza della lingua tedesca, sottolinea, è “forse l’unica vera condizione per l’ammissione di nuovi allievi che non abbiano iniziato il loro percorso presso di noi sin dalla scuola materna”. "“Tra i nostri allievi – spiega nella nota – ci sono sempre stati, e ci sono anche attualmente, studenti autistici, dislessici o affetti da discalculia in percentuali del tutto assimilabili a quelle delle scuole pubbliche”. E il riferimento nel regolamento è “un chiaro e onesto invito al dialogo, nello stile della comunicazione delle istituzioni svizzere”.

“La Scuola Svizzera di Milano, che è un ente no -profit, non si pone quindi come un soggetto privato che antepone la raccolta delle rette alle possibilità di successo scolastico dei propri allievi – aggiunge il presidente – ma identifica, come bene primario, la possibilità di offrire loro un percorso formativo affrontabile e superabile”. Insomma quella nel regolamento non è una esclusione ma un avvertimento. Per quanto invece riguarda la mancanza di un ascensore che rende l’istituto non adatto “a studenti con gravi handicap motori”, la sua realizzazione “è stata oggetto di esame da parte del Consiglio scolastico ma, non potendo essere costruito all’interno dell’edificio per ragioni tecniche, potrà solo essere realizzato esternamente”. Nel frattempo sono iniziati i lavori per realizzare i necessari bagni per disabili anche se “il completamento di tali lavori, per ragioni evidentemente legate allo svolgimento dell’attività didattica, che non può essere interrotta nel corso dell’anno scolastico dall’esecuzione contestuale di opere edili, richiede tuttavia di essere diluito sull’arco di più anni”. (Ansa)

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