Estero

Radovan Karadzic condannato a 40 anni per genocidio

24 marzo 2016
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Radovan Karadzic, ex leader politico dei serbi di Bosnia, è stato condannato a 40 anni dopo essere stato riconosciuto colpevole di dici capi d'accusa per crimini contro l'umanità, crimini di guerra e il genocidio di Srebrenica durante la guerra di Bosnia (1992-1995). Questo il verdetto del Tribunale penale internazionale dell'Aja (Tpi). Il tribunale lo ha assolto da uno dei due capi d'accusa per genocidio.

Karadzic, oltre al genocidio di Srebrenica, è stato riconosciuto personalmente colpevole, assieme a Momcilo Krajisnik, Biljana Plavsic, Nikola Koljevic e Ratko Mladic, della "impresa criminale congiunta" dell'assedio di Sarajevo, e inoltre di persecuzioni, stermini, deportazioni, uccisioni, trasferimenti forzati, attacchi contro civili, come crimini contro l'umanità e violazione delle leggi e costumi di guerra, ed è responsabile per la presa dei caschi blu come ostaggi. 

È caduto solo il primo capo d'accusa per genocidio a Bratunac, Prijedor, Foca, Kljuc, Sanski Most, Vlasenica e Zvornik, poiché il collegio dei giudici non si è convinto che, nonostante i crimini commessi, ci fosse l'intenzione di sterminare parzialmente o del tutto le comunità non serbe, e quindi di commettere genocidio. Karadzic (70 anni), che era presente oggi all'enunciazione della sentenza nell'aula del Tpi, ha diritto a presentare appello contro la condanna, al pari della procura. La sentenza di appello è quella definitiva.

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