Estero

Francia, sì dei giudici all'uso di intercettazioni nel processo Sarkozy

7 maggio 2015
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I giudici che indagano sul tentativo di corruzione di un giudice da parte dell’ex presidente francese Nicolas Sarkozy potranno utilizzare le intercettazioni di telefonate fra lo stesso Sarkozy e il suo avvocato.

La decisione sblocca il processo congelato dall’autunno scorso, dopo le accuse di Sarkozy (che si faceva chiamare con il falso nome di Paul Bismuth) di un comportamento politicamente fazioso da parte della magistratura nei suoi confronti. L’inchiesta potrà ora riprendere, con il rischio di un rinvio a giudizio del capo dell’opposizione, una spina nel fianco in considerazione dei progetti di Sarkozy di ripresentarsi nella corsa all’Eliseo del 2017.

Sarkozy è sospettato di aver cercato di convincere, nel 2014, il magistrato Gilbert Azibert – attraverso il suo legale Thierry Herzog – a fare pressione per orientare una decisione della Cassazione sul caso Bettencourt (mazzette ai politici da parte della miliardaria erede L’Oreal, ndr). In cambio, l’ex presidente prometteva di intervenire affinché il magistrato potesse ottenere un posto al quale ambiva, nel principato di Monaco. Alla fine, né l’ex capo dello stato né il magistrato Azibert hanno ottenuto quello che, secondo le ipotesi d’accusa, desideravano.

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