Confine

Speranza di vita in Lombardia, 2 anni e mezzo 'rubati' dal Covid

A Como il calo medio dell'aspettativa di vita è di 2 anni e 4 mesi, un anno e 8 mesi a Varese. A livello nazionale si vive mediamente un anno e 2 mesi in meno

(Keystone)
5 maggio 2021
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Il Covid 19 ai comaschi ha rubato 2 anni e 4 mesi. Un anno e 8 mesi ai varesotti.  A Bergamo il ''furto'' è di 4 anni e 3 mesi, così come a Cremona e Lodi. La pandemia in Italia ha fatto crollare la speranza di vita, come dimostra il drammatico quadro demografico: un anno e due mesi in meno sulla media nazionale, 2 anni e 6 mesi in Lombardia, la regioni più colpita dal coronavirus. 

È una fotografia cupa quella che in questi giorni ha fatto l'Istat nel suo report sugli indicatori demografici del Paese tra i più colpiti al mondo dal coronavirus. Le conseguenze delle infezioni da Sars-CoV2, oltre che nel numero di vittime direttamente o indirettamente collegate al Covid, si vedono anche nel calo drastico, come se in Italia ce ne fosse bisogno, di matrimoni e di figli e nella speranza di vita. Per effetto del forte aumento del rischio di mortalità, specie in alcune aree, e fra queste le province pedemontane della Lombardia, come Como e Varese, la sopravvivenza media nel corso del 2020 a livello nazionale rispetto al 2019, è scesa a 82 anni. Gli uomini sono i più penalizzati: la loro speranza di vita alla nascita lo scorso anno è scesa a 79,7 anni, ossia 1,4 anni in meno all'anno precedente, mentre le donne si sono assestate a 84,4 anni, un anno di sopravvivenza in meno.

Per comprendere l'incidenza registrata in provincia di Como, i dati indicati dall'Istat dicono che per gli uomini la longevità è calata a 79,3 anni rispetto agli 81,7 anni del 2019. A Varese la speranza di vita degli uomini è scesa a 79,6 anni a 81,4 anni del 2019. La longevità delle donne nel 2020 è scesa a 84,3 anni (meno 1,3 anni) a Como e a 84,6 anni (1,5 anni) a Varese. Sul fronte mortalità il 2020 non ha precedenti. Lo scorso anno in provincia di Como l'eccesso di mortalità è stato pari a 20,6 per cento. Come dire che su 7.928, quanti sono stati quelli registrati lo scorso anno, ben 1.633 decessi ''non erano attesi''. Un numero superiore rispetto a quello diffuso da Regione Lombardia il 31 dicembre scorso: allora si parlava di 1.448 decessi. Centottantacinque vittime in più che portano così i decessi comaschi da Covid ad oggi a oltre 2400: un dato che allarga la forbice tra mortalità e nascite, anche in conseguenza del fatto che lo scorso anno rispetto al 2019 le culle sono calare del 5,7 per cento. Una tendenza che, iniziata nel 2008, lo scorso anno ha conosciuto una accelerazione a causa della pandemia.

 

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