Confine

Sci sì, sci no. In Vigezzo sconcerto (e piste aperte)

Prima il permesso di aprire gli impianti della Piana, poi il dietrofront ministeriale. La rabbia di responsabili e governatore

16 febbraio 2021
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Nonostante il divieto del ministro della Salute Roberto Speranza, gli impianti sciistici alla Piana di Vigezzo, 1'720 metri nel comune di Craveggia, a ridosso del Canton Ticino, sono aperti. La decisione è stata presa dalla società  “Vigezzo &friends”, che dunque tira dritto per la sua strada.

«Ancora venerdì dalla Regione ci avevano assicurato l'apertura e noi abbiamo predisposto tutto, in sicurezza, per riaprire. E così abbiamo fatto. A questo punto venga il ministro a rimborsare gli skipass già venduti», dice Luca Mantovani, amministratore delegato della società che gestisce la stazione sciistica della val Vigezzo. E così lunedì mattina gli impianti hanno iniziato a portare in quota gli sciatori amatoriali che per la prima volta in questa stagione hanno potuto cimentarsi in pista. 

Attorno alle 10.30 sono arrivati anche i Carabinieri, ma non hanno sospeso l’attività. L’annuncio del ministro Speranza non si è ancora tradotto in un decreto o in un’ordinanza, così le forze dell’ordine non hanno potuto bloccare l’attività. Da parte loro solo il controllo che non si registrassero assembramenti.  Si è così verificato in Valle Vigezzo lo scenario prefigurato domenica sera, dopo l’annuncio del ministro: «Una cosa è certa: da noi alla Piana si potrà sciare – aveva detto Mantovani –. Diversamente, sarà il ministro a rimborsare i biglietti già venduti. Abbiamo assunto 8 persone che si sommano alle 10 già operative: e adesso?». 

Cresce intanto la rabbia per lo stop dell'ultimo minuto. »Uno stop inaccettabile», per il governatore Stefano Bonaccini, presidente dell'Emilia-Romagna e della conferenza delle Regioni. Che torna alla carica e avvisa il governo: sia l'ultima volta che succede una cosa simile. Il governatore spiega che «c'è molta rabbia non nel merito della decisione perché non siamo scienziati e al primo posto verrà sempre la tutela della salute. Ma quello che è accaduto è intollerabile e non deve più succedere».

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