Confine

Coronavirus, chieste verifiche su Ats Insubria

Il sindacato Cgil di Como e Varese chiede l'intervento delle rispettive procure per fare luce su quanto accaduto nelle Rsa

Le prime criticità sono emerse a marzo (archivio Ti-Press)
29 giugno 2020
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Le segreterie provinciali di Como e Varese del sindacato Cgil hanno presentato un esposto alle rispettive Procure, con il quale chiedono una richiesta di verifica delle condotte seguite da Ats Insubria per contenere l’infezione nelle Rsa durante l’emergenza sanitaria, per valutare l’eventuale sussistenza di omissioni e di eventuali profili di reato. L'organizzazione sindacale fa riferimento agli andamenti epidemiologi e all'adozione di misure di prevenzione e all’attività di verifica dei contagi, che nelle case di riposo si è trasformata in una strage di anziani. Lo conferma un dato: la media dei decessi nelle case di riposo quest'anno rispetto al 2019 è triplicata.

La decisione di rivolversi alla magistratura fa seguito ai numerosi allarmi lanciati dalle organizzazioni sindacali a partire da metà marzo, quando erano emerse le prime criticità manifestate da Ats Insubria: la carenza di dispositivi di prevenzione per il personale delle strutture per anziani, così come la richiesta di svolgere quanto prima tamponi sia agli ospiti che al personale, tempestivamente segnalata anche alla Prefettura.

Una prima fotografia della grave situazione che si stava verificando nelle Rsa del territorio insubrico risale al 28 marzo, quando le organizzazioni sindacali avevano inviato una nota al Prefetto. Si segnalava l’allarme crescente legato ai ripetuti decessi, all’assenza di tamponi anche a fronte di sintomi evidenti, la dotazione insufficiente o del tutto assente di mascherine e altro materiale sanitario di protezione. Ma a fronte di tutto, stando all'organizzazione sindacale, non risulta che Ats abbia proceduto a verifiche sulla scorta di tali segnalazioni. Da qui la decisione di presentare l'esposto alle tre procure.

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