Confine

Coleottero killer del faggio: primo allarme dal Piemonte

Il temuto curculionide sta colpendo i boschi a nord di Biella, situati a soli cento chilometri dal Ticino

2 giugno 2020
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È l'inizio di giugno a già presentano i tipici colori dell'autunno. C'è qualcosa che non quadra nei boschi situati a nord di Biella, nella Valle Cervo, conosciuta anche per l'importante presenza di faggete che ne caratterizzano i boschi secolari. Faggi che in questo periodo dovrebbero verdeggiare e invece le foglie già volgono al marrone. L'allarme viene riportato dalla 'Stampa' e il problema, circoscritto per ora a quella zona prealpina, non sembra toccare al momento anche il Ticino che dista in linea d'aria solo un centinaio di chilometri. E i cui boschi hanno proprio nel faggio il secondo albero per importanza di presenza (18%) - dopo il castagno (20) e prima dell'abete rosso (17) - equamente suddivisa fra Sopra e Sottoceneri. 

La conferma

In Valle Cervo - spiega il giornale di Torino - il colpevole è un minuscolo insetto che in milioni di esemplari ha attaccato la macchia verde incuneata sul torrente Cervo. I boschi "non hanno avuto tregua e in poche settimane, malgrado l’estate sia agli inizi, molte piante dal lungo ed elegante tronco grigio ora mostrano una chioma che ha colori autunnali". Il primo a essere informato - prosegue l'articolo - è stato Alfredo Sunder, esperto botanico e fitopatologo già impegnato, nel Biellese, nella guerra al cinipide dei castagni, lo stesso che negli anni passati ha causato importanti danni anche in Ticino, compromettendo i raccolti del frutto autunnale. Le analisi hanno permesso di capire che i faggi sono stati attaccati da un piccolo coleottero, il curculionide, molto temuto anche in Canada. Dal canto suo il Settore Fitosanitario della Regione Piemonte ha poi purtroppo confermato le supposizioni.

Infestazioni elevate e la soluzione è... indigena

L’insetto è presente in quasi tutta l'Europa. Il nome curculionide deriva dalla forma particolare del capo che presenta una piccola proboscide detta rostro. La dimensione dell'adulto è di 2-3 millimetri. L’insetto depone le uova sui germogli, le larve che si sviluppano scavano delle gallerie per nutrirsi tra le due lamine e per questo vengono dette larve minatrici. Il danno si manifesta sulle giovani foglie del faggio che vengono bucherellate (la manifestazione viene detta impallinatura). Nelle altre vallate biellesi al momento non ci sono state segnalazioni. La diffusione sembra essersi fermata nella zona del Cervo e, secondo gli esperti, in un paio d'anni la sofferenza passerà, ma intanto il verde è visibilmente danneggiato. «Il disseccamento delle foglie di quasi tutta la pianta conferisce un aspetto marrone della chioma che si evidenzia bene poi nell'insieme del bosco - prosegue Sunder nell'articolo della 'Stampa' -. Di solito il curculionide colpisce le piante marginali e non crea grandi danni, tranne in annate particolari, come questa, con infestazioni elevate che in Valle Cervo hanno interessato tutti i faggi. Non si può fare nulla, si parla di milioni di esemplari, ma essendo un insetto indigeno fortunatamente il coleottero ha degli antagonisti naturali che provvederanno a limitarne le popolazioni nel tempo».

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