Confine

Denunciati in 636 nel Comasco per disobbedienza alle norme Covid-19

In cinque giorni, i controlli effettuati dalle guardie sono oltre venticinquemila. Le giustificazioni danno prova di fantasia e soprattutto di arroganza

Molti controlli anche sul confine (foto Keystone)
22 marzo 2020
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Sono complessivamente 636 i comaschi denunciati per inottemperanza del provvedimento dell'autorità, ovvero i divieti dettati dall'emergenza coronavirus. Il dato è stato fornito dalla Prefettura del capoluogo lariano ed è riferito al periodo compreso tra il 15 e il 20 marzo scorsi, giorni in cui polizia, carabinieri, guardia di finanza e polizie locali hanno effettuato 25'781 controlli, un migliaio dei quali ai valichi comaschi-ticinesi.

Considerato il numero delle denunce si deduce che la percentuale non appare particolarmente elevata, ma che in realtà, nonostante appelli e inviti a rimanere in casa, conferma come ancora moltissime persone non abbiano compreso l'importanza di rispettare i divieti sempre più stringenti.

Fantasisti delle giustificazioni

La nota della Prefettura di Como consente di conoscere le frasi che le forze dell'ordine comasche si sono sentire ripetere in occasione dei controlli sulle strade. Insomma, quando si alza la paletta dei controlli, scatta il ricorso alla fantasia.

Talvolta credibile, in tante occasioni grottesca e dettata dall'ignoranza ("Non credo alle medicina ufficiale"), dall'arroganza ("vado dove c* voglio").

Ecco alcune delle scuse accampate, messe a verbale nel modulo di autocertificazione: "Sono andata a cercare mascherine e guanti con mia madre e un amico", "Sto andando da mia zia disabile"; "Sono uscito di casa perché mi serve la benzina per fare dei lavori di giardinaggio con il decespugliatore"; "Sto andando a casa di mio fratello per ber qualcosa in sua compagnia"; "Sono uscito di casa per comprare la playstation"; "Sono uscito perché ero annoiato di stare  con mia moglie", "Vado dove ca* voglio e non me ne frega un ca* di voi" (arroganza costata una denuncia per oltraggio a pubblico ufficiale), "Sono uscito per riprendere mia figlia da casa del suo ragazzo. Io non credo nella medicina ufficiale, la pandemia in corso è frutto della fantasia e la circolazione può essere sospesa solo con la proclamazione della legge marziale" e, ciliegina sulla torta, l'affronto ai carabinieri: "Non vedo l'ora di rivedervi davanti a un giudice per farvi condannare per abuso".

Ad essere condannato quasi certamente sarà chi ha rimediato una duplice denuncia. Innanzitutto quella relativa all'inottemperanza del provvedimento dell'autorità (articolo 650 del codice penale), poi quella per oltraggio a pubblico ufficiale (art. 431 bis).                                                                                                  M.M.

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