Como

Tassa sugli abiti usati per i poveri, Como tira dritta

La giunta conferma di voler chiedere ulteriori 400 euro all'anno per ogni cassonetto per la raccolta di indumenti, calzature e accessori

24 aprile 2019
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Nessun ripensamento da parte della giunta municipale a trazione leghista, che con una nota ha confermato la decisione di  introdurre una tassa su gli abiti usati destinati ai poveri:  400 euro all'anno, in aggiunta alla tassa per l'occupazione del suolo pubblico, o i cassonetti gialli per la raccolta di abiti, calzature e accessori dal prossimo mese di maggio debbono essere rimossi.

E  quanto dapprima verbalmente intimato i a Caritas e Umanitas che dal 2013 a Como gestiscono il servizio i cui dati stanno a dimostrare che è molto apprezzato dai comaschi. Con la nota ufficiale di Palazzo Cernezzi si viene a sapere di una gara d'appalto per affidare il servizio, prevedendo il canone annuo.

Attualmente a Como ci sono una sessantina di cassonetti, per cui  conti fatti la giunta a trazione leghista pensa di ricavare 24 mila euro. Potrebbe ritrovarsi con un pugno di mosca in quanto nessuna associazione umanitaria sembra intenzionata a sottostare al volere di Palazzo Cernezzi.

A segnalare la decisione di tassare la raccolta di abiti usati nei giorni scorsi era stato stato Bruno Magatti, ex assessore ai Servizi sociali, attualmente consigliere comunale: aveva posto l'accento su aspetti non trascurabile, fra cui il fatto che far pagare un canone fa il paio con la tassa sul non profit, considerato alla stregua di un bene di lusso, dal governo giallo-verde. Per Magatti l'ultima sortita di Palazzo Cernezzi rappresenta "una ulteriore prova di disattenzione, inefficienza, indolenza da parte della politica e, quindi, inadeguatezza di questa giunta e del sindaco''. Gli esempi non mancano. Il più clamoroso risale al periodo natalizio 2017, quando una ordinanza firmata dal sindaco Mario Landriscina, per una questione di decoro vietava il centro storico di Como a mendicanti, senza tetto e venditori ambulanti. Prevedendo multe salatissime. Divieto ai clochard di dormire con le stelle come tetto. Multe anche per loro e per i volontari, in quanto l'ordinanza prevedeva il vieto offrire ai senza tetto bibite calde e cornetti. 

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