Confine

Le sentinelle dei boschi della droga

Ampi spazi boschivi, persone a 'guardia' della postazione, le possibilità di fuga: così agiscono gli spacciatori nei boschi al confine con la Svizzera

14 marzo 2019
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Nel rapporto sul monitoraggio della presenza mafiosa in Lombardia, realizzato dall’Osservatorio sulla Criminalità organizzata dell’Università Statale di Milano (coordinato da Nando Della Chiesa), viene denunciata “una diffusa, fitta e allarmante presenza nelle province di Como e Varese di zone boschive in cui sono allestite cittadelle naturali di spaccio al dettaglio (non solo minuti) presidiate con efficientissimi sistemi di sorveglianza e autotutela”. Sistemi di sorveglianza e autotutela sui quali conviene anche il maggiore dei carabinieri Francesco Donvito, comandante della compagnia di Como, che dal 4 maggio 2018 a lunedì scorso ha messo a segno numerose operazioni con una particolare circostanza: quella di sequestrare droga e denaro, precipitosamente abbandonati dagli spacciatori, spesso stranieri, avanguardia della criminalità organizzata. Come spiega il fatto di riuscire a scovare i boschi della droga, con attrezzati bivacchi, tende da campeggio, con droga e soldi in quantità notevole, come accaduto lunedì a Castelnuovo Bozzente, dove avete sequestrato mezzo chilo di eroina e 13mila euro, oltre a 200 franchi? «Con il fatto che i boschi sono grandi, per cui quando arriviamo c’è chi ci vede e quindi segnala la nostra presenza ai complici – risponde l’ufficiale dei carabinieri –. Spacciatori che preferiscono allontanarsi con le mani pulite, senza droga e senza soldi dei quali non sarebbero in grado di giustificarne il possesso». Insomma, «gente che non vuole rischiare. Per noi è già importante togliere di mezzo la droga».

Nel solo mese di marzo sono tre i boschi della droga scoperti dai carabinieri che si situano in località a ridosso del Ticino. «Sappiamo, anche perché alle volte ne abbiamo anche sorpresi e segnalati come abituali assuntori di sostanze stupefacenti, che fra i clienti ci sono anche numerosi tossicodipendenti ticinesi». Il primo marzo un bosco della droga è stato scoperto a Fino Mornasco in località Campagnola. Lo stesso giorno, un altro è venuto alla luce a Valmorea, mentre una settimana più tardi, ovvero l’8 marzo un’altra cittadella dello spaccio è stata smantellata a Concagno. Il 20 febbraio scorso, invece, i carabinieri di Luino a seguito di un blitz nei boschi dello spaccio di Val Marchirolo, Valcuvia e Valganna erano riusciti a sequestrare all’incirca sette chilogrammi di droga.

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