Confine

Baragiola, Salvini lo vuole in galera in Italia

Su Facebook il premier conferma le intenzioni del suo governo. Ma l'ex terrorista naturalizzato in Svizzera non vuole scontare la pena oltre confine

20 gennaio 2019
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"Roba da matti. L’assassino comunista in vacanza in Svizzera mi dà lezioni di umanità! Rida finché è in tempo, faremo tutto il possibile perché finisca finalmente in galera in Italia". Così in un post su Facebook il ministro dell'interno italiano e vicepremier Matteo Salvini, si è espresso, negli scorsi giorni, su Alvaro Lojacono Baragiola, ex brigatista (da tempo naturalizzato in Svizzera) su cui pende una condanna all'ergastolo in Italia per l'agguato nella quale il 16 marzo 1978 venne rapito lo statista della Democrazia Cristiana, Aldo Moro (poi ritrovato morto il 9 maggio), e uccisi i 5 agenti della sua scorta. Alvaro Lojacono è un altro protagonista del commando delle Brigate Rosse sfuggito alla giustizia. Durante un colloquio, che sarà diffuso stasera su Italia1, e che il diretto interessato, interpellato dalla Rsi, ha definito “illegalmente registrato”, Baragiola ha dichiarato di aver letto che Salvini è stato comunista da giovane". Sul proposito di catturare altri latitanti dopo Cesare Battisti, rimpatriato dal Sud America proprio di recente, dopo decenni di tentativi, aggiunge: "Di grandi dichiarazioni di impegni di arresti di esuli ce n'è a pacchi. È chiaro che adesso io sono il secondo in lista...". Sulla naturalizzazione svizzera per sfuggire alla giustizia italiana, Baragiola ammette: "Agli anni di galera in quell'epoca lì non so se avrei potuto sopravvivere. Io non è che non ho mai avuto contatti con le autorità italiane. C'è stata la richiesta di eseguire la pena in Svizzera per Moro. Esiste questa procedura e io ero d'accordo. L'unica cosa che ho chiesto è che l'Italia garantisca che, una volta eseguita la pena qua, non ce ne saranno altre". E dall'Italia, prosegue l'ex BR, "arriva la notizia che della pena elvetica non sono riconosciute neanche 24 ore: il giudice alla fine non accetta e sono nella situazione di una doppia pena. L'unica possibilità che ho è che almeno nel calcolo della pena rimanente venga considerata quella che ho già scontato. Io non mi nascondo, le scelte le ho fatte io: se l’Italia fa una domanda per tutto il cumulo delle pene che ho, io l'accetto", conclude Lojacono.

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