Confine

Salvini alla Svizzera: 'Non siamo il campo profughi dell'Europa'

Il ministro dell'Interno se la prende con la Confederazione dopo un servizio tv di Sky. Sotto i riflettori le riammissioni alla frontiera sud

(foto Ti-Press)
18 novembre 2018
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''Nessuno può permettersi di trattare il nostro paese come un campo profughi dell'Europa, abbiamo rialzato la testa e non intendiamo abbassarla''. Sono parole di Matteo Salvini, ministro dell'Interno, a commento di un servizio andato in onda su SkyTg24, nel quale si sostiene che i migranti sarebbero spinti in Italia dalle autorità svizzere. Una affermazione, quella dei vice premier, che sembra destinata ad aprire un caso politico tra l'Italia e la Svizzera. Quello di Salvini è un avvertimento non nuovo. Lo aveva ribadito nei confronti della Francia per i fatti di Clavière. Ora il ministro leghista sembra intenzionato ad aprire un nuovo fronte con la Svizzera.

Nel servizio televisivo viene affermato che le riammissioni al confine tra Como e Chiasso riguarderebbero ''centinaia di persone al mese'', tra cui diversi che hanno come primo paese d'ingresso altre nazioni europee e non l'Italia. Le autorità svizzere procederebbero sulla base di un accordo bilaterale del 1998 ''superato però dagli accordi di Schengen e dal trattato di Dublino''. A lanciare l'accusa è stato l'avvocato Antonio Lamarucciola, responsabile dell'Osservatorio legale per i diritti dei migranti' che opera a Como da due anni, a seguito dell'emergenza dell'estate 2016. ''Mi è capitato di vedere allo sportello ragazzi che avevano come primo paese di arrivo la Germania, e vengono riammessi in Italia anziché essere riportati verso lo Stato europeo di provenienza, come prevedono gli accordi bilaterali sull'immigrazione''.

Nel servizio di Sky si sostiene che le riammissioni ''semplificate'' ogni mese sarebbero state un centinaio, un migliaio nell'ultima estate. E che nella maggior parte dei casi agli stranieri respinti non viene rilasciato alcun documento o provvedimento dalle autorità elvetiche. L'inviato di Sky ha intervistato anche Georgia Boderi, volontaria di Rebbio che aiuta don Giusto della Valle, e Anna Brambilla, avvocato di Asgi (Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione). Georgia Boderi: ha evidenziato come "molte riammissioni dal Canton Ticino riguardano stranieri vulnerabili come donne in gravidanza, mamme con bambini e minori non accompagnati. Riammissioni che avvengono di notte. Queste persone avrebbero tutti i diritti di rimanere in Svizzera''.  Anna Brambilla, dal canto suo, ha detto che ''le persone rinviate in Italia dalla Svizzera sempre più spesso non sono mai passate dall'Italia''. L'avvocato Lamarucciola ha lanciato una accusa anche alle autorità italiane, ovvero la polizia di frontiera di Ponte Chiasso: ''Raccolgono passivamente queste persone. Non fanno alcuna verifica per accertare da quale paese provengon''. Dalle autorità, per ora, nessuna reazione. Se non quella del vice premier Salvini (''approfondiremo la vicenda'').

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