Confine

Migranti, Como si spacca

Tutti contro la Lega, che intende chiudere entro fine anno il campo di via Regina Teodolinda

(Ti-Press)
7 ottobre 2018
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Anche se rispetto all'estate di due anni fa la pressione dei migranti al confine con il Ticino è calata del 90 per cento, l'emergenza stranieri a Como non è finita in soffitta, in quanto gli arrivi continuano e continueranno a lungo. È un prezzo che Como paga al fatto che è città di frontiera aperta sull'Europa. Un dato di fatto che ha consentito di scrivere pagine di "ordinaria" solidarietà grazie alle gesta di don Renzo Beretta e don Renzo Scapolo.

L'arrivo della Lega al governo sta offuscando quelle pagine. Lo dimostra la decisione presa dal sottosegretario all'Interno, il leghista Nicola Molteni, di chiudere, entro la fine dell'anno, il campo governativo di via Regina Teodolinda. Una decisione sonoramente bocciata dalla Chiesa di Como, dalle associazioni di volontario, sia cattoliche che laiche, dai gruppi d'opposizione in Consiglio comunale che con una mozione indirizzata al sindaco Mario Landriscina chiedono di stoppare la decisione leghista. Alle proteste si sono aggiunti anche due partiti di maggioranza. Dapprima Fratelli d'Italia con il senatore Alessio Butti e da ultimo Forza Italia, con il capogruppo in Consiglio comunale Antonio Tufano. Le argomentazioni sono sostanzialmente identiche: il campo governativo oltre ad ospitare migranti respinti dalla Svizzera e richiedenti asilo che hanno i requisiti per rimanere in Italia, potrebbe risolvere il problema dei senza tetto, soprattutto ora che che si avvicina l'inverno. Argomentazioni che la Lega, rimasta isolata, non intende ascoltare.

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