Confine

Morti in corsia: 30 anni di carcere all'infermiera killer

Primo processo per le numerose morti al Pronto soccorso dell'ospedale di Saronno. L'amante vice primario rinviato a giudizio in Corte d'Assise

((foto Ti-Press))
23 febbraio 2018
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Trent'anni di carcere in sede di udienza preliminare. È la condanna pronunciata nel pomeriggio nei confronti di Laura Taroni, 45enne infermiera comasca, residente a Lomazzo, ritenuta colpevole degli omicidi del marito Massimo Guerra e della madre Maria Rita Clerici, mentre è stata assolta per la morte del suocero Luciano Guerra. Giudicata con il rito abbreviato, ha beneficiato della riduzione di un terzo della pena.

Quello nei confronti della donna è il primo processo per le numerose morti avvenute nel Pronto Soccorso dell'ospedale di Saronno, dove prestava servizio assieme all'amante, il vice primario Leonardo Cazzaniga, per il quale è stato disposto il rinvio a giudizio in Corte d'Assise a Varese. La prima udienza è stata fissata per il prossimo 13 aprile. Una scelta, quella fatta da Cazzaniga, che si spiega con il fatto che dovendo rispondere di 14 omicidi (11 in corsia e 3 in famiglia), sarà condannato all'ergastolo. Stessa pena se avesse fatto ricorso al rito abbreviato.

A giudizio per favoreggiamento e omessa denuncia, altri cinque medici dell'ospedale di Saronno. Il giudice delle udienze preliminari del Tribunale di Busto Arsizio, oltre a Laura Taroni, oggi ha condannato a pene comprese fra gli otto mesi e i sedici mesi altri sei medici dell'ospedale di Saronno, per omessa denuncia o favoreggiamento. Medici che hanno beneficiato della sospensione della pena. La tragica vicenda è ben lontana dall'essere conclusa, in quanto la Procura bustocca ha contestato agli amanti-killer altre morte sospette.

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