Confine

Prezzi artificialmente alti per la benzina a Como?

La segnalazione delle associazioni dei consumatori e la risposta delle compagnie: 'È un algoritmo a determinare i prezzi'

Archivio Ti-Press
12 febbraio 2018
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Il sospetto che possa esserci un "cartello" tra le compagnie petrolifere per tenere alto il prezzo della benzina a Como ha spinto le associazioni dei consumatori ha chiedere l'intervento del Ministero per lo Sviluppo economico che attraverso il proprio Osservatorio dei prezzi ha documentato la differenza del costo al "self service". Costo che, a parità di compagnia, nel capoluogo lariano è mediamente più alto di 10 centesimi rispetto a Lecco, Sondrio, Varese e Monza. Accusa che l'Unione petrolifere ha sempre smentito.

Smentita anche l'ipotesi  che chiama in causa la carta sconto che, attualmente nella fascia A, quella sino a dieci chilometri dalla frontiera, consente di fare il pieno pagando 23 centesimi di euro in meno al litro (15 centesimi per la fascia B, quella da dieci e venti chilometri dalla frontiera, dove però i prezzi sono allineati alle altre quattro province considerate). "Non 'mangiamo' una parte dello sconto" replicano i petrolieri.

Allora, come spiegare i prezzi alti che a Como vanno avanti da anni, anche se la forbice non è mai stata così ampia? Per le compagnie pretrolifere sarebbe colpa dell'algoritmo che prende in esame una serie di fattori per determinare i prezzi. Fra questi ci sono la tipologia dell'impianto, la modalità di approvigionamento e la distanza dalle basi logistiche. In quanto a distanza, Sondrio supera Como. Sulle modalità di approvvigionamento e sulla tipologia degli ambienti non è dato sapere di più. Comunque sia, il sospetto del "cartello" persiste.

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