Economia

Analisti si aspettano nuovi aumenti dei tassi

Il recente giro di vite potrebbe non essere l’ultimo: altre manovre si profilano all’orizzonte

Potrebbe non essere finita
(Keystone)
28 dicembre 2022
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Malgrado la recente stretta monetaria da parte delle principali banche centrali, gli esperti del settore finanziario prevedono ulteriori rialzi dei tassi di interesse. Per quanto riguarda la situazione economica, gli analisti rimangono per lo più pessimisti, soprattutto in merito all’eurozona.

L’indice elaborato da Credit Suisse e Cfa Society Switzerland si è attestato a dicembre a -42,8 punti, ossia 14,7 in più rispetto all’ultimo calcolo effettuato a novembre. Solo il 14% degli esperti intervistati ritiene però che in Svizzera il fondo sia stato toccato, e ancora meno (11%) lo ritiene per quanto riguarda l’eurozona.

La quota di ottimisti è leggermente più alta per gli Stati Uniti (18%), mentre per la Cina il 44% si aspetta un miglioramento, rispetto al 15% del mese precedente, a causa soprattutto dell’alleggerimento delle misure anti-Covid-19 annunciato da Pechino.

In termini di inflazione, più di otto partecipanti all’inchiesta su dieci ritengono che il picco sia stato superato negli Stati Uniti. Le proiezioni per l’eurozona (71%) e la Svizzera (68%) sono leggermente inferiori, a causa delle incertezze sui prezzi dell’energia.

Nonostante i rialzi dei tassi di interesse annunciati a dicembre dalla Federal Reserve statunitense, dalla Banca centrale europea e dalla Banca nazionale svizzera, quasi il 90% degli analisti prevede ulteriori aumenti. Più di due su tre (71%) si aspettano inoltre che i tassi di interesse a lungo termine continueranno a salire.

Nei prossimi tre-cinque anni, quasi due terzi degli esperti interpellati (63%) ritengono che l’inflazione tornerà nella fascia auspicata dalla Banca nazionale svizzera, tra lo 0 e il 2%, e più di un quarto (28%) si aspetta che superi il 2%. Il tasso d’inflazione annuo dovrebbe essere in media dell’1,8%, inferiore a quello di giugno (1,9%) ma significativamente superiore a quello dell’anno precedente (1,3%).

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