Economia

Rincaro del grano e fenomeni meteo estremi fanno volare Syngenta

Nel primo semestre dell’anno il fatturato del colosso agrochimico (svizzero, ma in mani cinesi) è lievitato del 25%, a 18,1 miliardi di dollari

Non tutto il male viene per nuocere per Syngenta
(Keystone)
30 agosto 2022
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La crisi alimentare globale della produzione e le conseguenze degli eventi meteorologici estremi hanno messo le ali al fatturato di Syngenta nel primo semestre: le vendite del colosso agrochimico (svizzero, ma in mani cinesi) sono salite a 18,1 miliardi di dollari (17,5 miliardi di franchi), il 25% in più dello stesso periodo del 2021.

Tutti i comparti aziendali hanno presentato crescite dei ricavi a due cifre, ha indicato oggi il gruppo che comprende la svizzera Syngenta, l’israeliana Adama e le attività agricole della cinese SinoChem. Il comparto più grande, quello dei prodotti per la protezione delle colture, ha visto i proventi salire di un quarto a 8,6 miliardi di dollari. Le attività agricole in Cina (Syngenta Group China) hanno invece segnato +26% a 5,3 miliardi.

Il volume d’affari del primo semestre riflette la forte domanda di prodotti e servizi da parte dei coltivatori, fanno sapere i vertici di Syngenta. I prezzi di alimenti importanti come il grano sono aumentati notevolmente dopo la guerra in Ucraina: ciò aumenta l’incentivo per gli agricoltori a utilizzare i prodotti Syngenta per proteggere le loro colture.

I profitti sono cresciuti ancora più rapidamente delle vendite. Il risultato operativo rettificato a livello Ebitda (cioè prima di interessi, imposte, svalutazioni e ammortamenti) è progredito del 32% a 3,5 miliardi di dollari. Il corrispondente margine è salito di 1,2 punti al 19,5%. Stando a Syngenta l’aumento degli utili è dovuto al lancio di nuovi prodotti, a una maggiore produttività e a un ritocco dei prezzi volto a compensare l’incremento dei costi dei fattori produttivi.

Syngenta è nata nel 2000 dalla fusione delle divisioni agrochimiche dei giganti farmaceutici AstraZeneca e Novartis. Ha sede a Basilea e ha decine di migliaia di dipendenti attivi in oltre 100 nazioni. Un tempo quotata alla borsa svizzera, l’impresa è stata rilevata nel 2017 dal gigante cinese ChemChina per 43 miliardi di dollari. Due anni prima la società renana aveva respinto un tentativo di acquisizione da parte dell’americana Monsanto, che è stata in seguito inghiottita dalla tedesca Bayer. Nel frattempo Syngenta punta a un nuovo sbarco in borsa, questa volta a Shanghai: potrebbe avvenire ancora nel corso di quest’anno.

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