Economia

Carenza di chip sul mercato: il tunnel è ancora lungo

Secondo Intel, società americana tra i principali produttori di semiconduttori al mondo, la ripresa non è prevista prima del 2024

Rivista la tempistica per la ripresa
(Keystone)
2 maggio 2022
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Intel, società americana tra i principali produttori di semiconduttori al mondo, ha rivisto le sue previsioni circa la durata della carenza di chip. Se in un primo momento l’azienda aveva parlato del 2023 come ultimo periodo prima di una ripresa del settore, adesso sposta l’attenzione sul 2024.

Il Ceo Pat Gelsinger addebita l’estensione della crisi alla mancanza di apparecchiature di produzione nelle fabbriche. In un’intervista alla Cnbc, il manager ha affermato che la crisi globale dei chip potrebbe trascinarsi fino ad almeno la fine del 2024 per "le carenze che oggi colpiscono le apparecchiature e gli impianti produttivi, duramente messi alla prova".

Per far fronte al nuovo scenario Intel aveva annunciato in marzo un investimento da 33 miliardi di euro per i siti di produzione europei. I recenti dati del Client Computing Group di Intel, divisione che gestisce anche la fornitura di processori ad aziende come Google e Apple, mostrano un calo del 13% nei ricavi inerenti all’ultimo trimestre. Una riduzione che, per il colosso americano, si deve a vari fattori, dal perdurare delle difficoltà nelle catene di fornitura asiatiche alla minor richiesta di Chromebook da parte delle scuole e al passaggio di Apple ai chip M1. I processori prodotti internamente dal colosso di Cupertino hanno infatti sostituto, quasi del tutto, l’hardware che in precedenza Intel forniva in qualità di partner alla Mela.

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