Economia

Patrimoni privati più che raddoppiati in vent'anni

Ogni abitante della Confederazione dispone in media di un tesoro di 460mila franchi. A influire sull'aumento, soprattutto il rincaro degli immobili

Volevi solo soldi (Keystone)
1 giugno 2021
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Il volume dei patrimoni privati si sta moltiplicando su larga scala in Svizzera: stando ai dati della Banca nazionale (Bns) la sostanza netta – che comprende attivi come azioni, immobili e averi delle casse pensioni, ma non oggetti di valore come gioielli e opere d'arte – ammonta complessivamente a 4129 miliardi di franchi, importo più che raddoppiato dall'anno 2000. Ogni abitante della Confederazione dispone quindi in media di un tesoro di 460mila franchi. Stando alla Bns, a influire sull'aumento è stato soprattutto il rincaro degli immobili. Questo ha avuto un impatto anche sulla quota che gli stabili e i terreni hanno sul totale della sostanza: 38% nel 200, 44% a fine 2020. In parallelo è però anche salito l'indebitamento ipotecario, mentre in altri paesi è rimasto stabile oppure – è il caso della Germania – è addirittura diminuito.

I dati della BNS sono complessivi e non forniscono quindi indicazioni sulla distribuzione della sostanza. Indicazioni non recentissime emergono da una valutazione effettuata nel 2019 dall'Amministrazione federale delle contribuzioni (AFC) sui dati 2003-2015: in questo periodo l'1% più ricco della popolazione ha visto il patrimonio salire del 43%, mentre per il 75% meno benestante l'aumento delle sostanze si è limitato al 19%.

La tendenza alla concentrazione del capitale è destinata a rafforzarsi sull'onda della crisi pandemica, sostiene Florian Scheuer, professore di economia all'università di Zurigo. “Sappiamo dagli studi effettuati finora che la pandemia non solo ha aumentato la disuguaglianza di reddito, ma anche la disparità nella distribuzione della ricchezza”, indica l'esperto all'agenzia Awp. I super-ricchi hanno ad esempio visto i loro beni attraversare la crisi molto bene, grazie alla rapida ripresa dei mercati azionari. Ma anche i benestanti (ma non ultra-ricchi) hanno potuto risparmiare di più: le famiglie con redditi elevati sono state spesso in grado di spostare il loro lavoro a casa, economizzando sulle spese di consumo. Al contrario chi ha un reddito basso ha dovuto attingere ai risparmi o addirittura indebitarsi. Queste diversità, secondo Scheuer, probabilmente contribuiranno ad alimentare ulteriormente la crescente disuguaglianza in materia di ricchezza.

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