Economia

Svizzeri conservatori: il conto in banca resiste

Il risparmio numero 1 è ancora il contante, inteso anche come soldi su conto bancario. Lo dice un sondaggio di Moneyland

Garanzia (Keystone)
24 marzo 2021
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Nonostante gli interessi negativi e la crescita dei mercati azionari seguita alla prima ondata della pandemia di coronavirus gli svizzeri continuano a investire in modo conservativo: è quanto emerge da un sondaggio realizzato dal servizio di confronti internet Moneyland, che mostra come il canale di risparmio numero sia ancora il contante (inteso anche come soldi su un conto bancario) e come sussistano sensibili differenze nei portafogli di donne e uomini.

Agli interrogati è stato chiesto quanto denaro hanno iniettato in 26 diverse possibili forme d'investimento. Se si guarda unicamente al tipo di collocamento dei soldi, indipendentemente dall'importo, al primo posto si classifica il conto bancario privato (86%). Seguono i soldi in un conto di risparmio (80%), i contanti a casa (67%), la cassa pensione (59%), il conto 3a (50%), i fondi 3a (48%), l'assicurazione sulla vita (33%), gli immobili (30%) e le azioni (27%). Se invece si analizzano le risposte tenendo conto degli investimenti con grandi quantità di denaro, emerge la seguente classifica: il 28% tiene molti soldi sul conto risparmio, un canale seguito dal conto privato (26%), dalla cassa pensioni (17%), dal conto di risparmio 3a (13%) e dai fondi 3a (pure 13%), dagli immobili (12%), dalle assicurazioni sulla vita (9%) e dalle azioni (6%).

"Per i pagamenti il cash è stato sloggiato dal trono, ma negli investimenti è ancora il re", commenta Benjamin Manz, direttore di Moneyland. Anche il contante a casa non passa di moda: il 45% tiene piccoli importi al domicilio, il 17% medi e il 5% grandi somme. Meno popolare, per conservare le banconote, è la cassetta di sicurezza: l'8% vi detiene una piccola quantità di denaro, il 6% una media e il 4% una elevata.

Per quanto riguarda il 27% che investe in azioni può essere interessante osservare che solo il 6% lo fa con volumi importanti: l'11% ha un'esposizione media, il 10% una limitata. Vi sono però differenze regionali: nella Svizzera tedesca il mercato azionario attira di più che in Romandia (30% a 19%). Uno scarto meno marcato viene osservato fra città e campagna (28% a 23%), mentre notevolmente maggiore è la propensione al rischio degli uomini rispetto alle donne (36% a 19%). Inoltre più il patrimonio è sostanzioso, maggiore è la tendenza a investire in azioni.

Logicamente meno popolari – nell'attuale situazione di tassi bassi – sono le obbligazioni, detenute dal 12% della popolazione. Da parte sua l'investimento immobiliare è più comune nelle zone rurali che in quelle urbane (36% a 28%) e nella Svizzera romanda rispetto a quella tedescofona (35% a 28%). Il 18% degli interpellati possiede oro, una percentuale che sale più si è ricchi, e il 12% investe in arte: anche in quest'ultimo segmento l'interesse è maggiore fra le persone facoltose e raggiunge per esempio il 26% fra i milionari.

L'11% del campione possiede bitcoin, il 10% altre criptomonete. Notevole è la differenza fra i sessi: il bitcoin compare nel 16% dei portafogli di maschi, ma solo nel 5% di quelli di donne. Un altro 11% degli interrogati dispone di prodotti strutturati.
 
 

 

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