Economia

Covid 19: il settore turistico chiede regole meno rigide

Venti organizzazioni si sono alleate per far sentire le proprie ragioni in vista della stagione invernale. Vogliono che si riduca il periodo di quarantena

Ti-Press
13 settembre 2020
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Le regole svizzere sulla quarantena sono sotto pressione: un'alleanza formata da 20 grandi organizzazioni turistiche chiede che siano rese meno rigide, in vista di una stagione invernale sempre molto importante.

"Il periodo di quarantena deve essere ridotto il più possibile", afferma Martin Nydegger, direttore di Svizzera Turismo, in dichiarazioni riportate dalla NZZ am Sonntag. "Auspichiamo che i viaggiatori d'affari e di piacere provenienti da aree a rischio con un test negativo di non più di 48 ore possano entrare in Svizzera". Questa disposizione deve essere presa di concerto con le autorità sanitarie straniere, affinché le persone in questione possano rientrare nel loro paese d'origine.

L'alleanza - che comprende attori che vanno dal settore alberghiero a quello della ristorazione - chiede inoltre che vengano allestiti centri di test negli aeroporti e nei punti di ingresso nevralgici. Altri paesi lo fanno già da tempo: la Svizzera deve finalmente seguire il suo esempio, afferma Thomas Hurter, consigliere nazionale (UDC/SH) e presidente di Aerosuisse, l'organizzazione federativa dell'industria aerospaziale svizzera. "Per molto tempo il Consiglio federale ha agito bene, ma ora, definendo le regioni a rischio, si sta lasciando andare al micromanagement".

Stando alla NZZ am Sonntag il nervosismo è alto specie nelle regioni di montagna, che vorrebbero come al solito questo inverno accogliere numerosi turisti, a cominciare dai francesi. "Per noi in gioco vi è molto", afferma il capo del dipartimento vallesano dell'economia Christophe Darbellay, citato dal domenicale. "La quarantena di dieci giorni è troppo lunga". Preoccupazione viene espressa anche nei Grigioni: "ogni restrizione di viaggio comporta perdite per noi", puntualizza Jürg Schmid, presidente di Grigioni Turismo.

Inviti alla cautela arrivano per contro dal mondo scientifico. "La discussione si basa sulla situazione attuale, ma non è chiaro come evolveranno le cose in inverno", osserva l'epidemiologo Christian Althaus. Il numero dei casi è in aumento e la crescita potrebbe proseguire in autunno e in inverno. "In tal caso le capacità di effettuare test potrebbero diventare di nuovo scarse", mette in guardia lo specialista.

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