Economia

Scandalo 1Mdb, condannato l'ex premier malese

Dodici anni di carcere e 42 milioni di euro di multa. È questa la sentenza di primo grado emessa dalla corte

L'ex premiere malese Najib Razak (archivio Keystone)
28 luglio 2020
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Dodici anni di carcere e 42 milioni di euro di multa per un ex premier che ha dominato la scena politica malese per un decennio. Con la condanna a Najib Razak, si è chiuso oggi il primo processo relativo al saccheggio multimiliardario del fondo sovrano 1MDB, una saga con ramificazioni in svariati settori, che portò due anni fa a uno storico cambio di governo in Malaysia. A prima vista il verdetto potrebbe esser visto come una vittoria della legge. Ma è probabile che si tratti solo del primo round di una battaglia legale dalla quale Najib potrebbe ancora uscire in piedi. Najib (67 anni) è stato giudicato colpevole di sette capi d'imputazione per i reati di abuso di potere, riciclaggio di denaro e violazione di doveri fiduciari. Il giudice ha inflitto pene che vanno dai 10 ai 12 anni di carcere, ma dato che nell'ordinamento malese le sentenze non si sommano, la massima durata della reclusione non supererebbe i 12 anni. Najib, che si dichiara innocente, rimarrà comunque libero su cauzione e ricorrerà in appello.

Le condanne di primo grado di oggi sono relative a una parte limitata - meno di 9 milioni di euro - del bottino di oltre 500 milioni di euro che secondo l'accusa finirono nei conti bancari dell'ex premier, e che sarà materia per un secondo processo con pene massime fino a 20 anni. Anche prima dello scandalo 1MDB, le voci di corruzione attorno a Najib - figlio e nipote di ex primi ministri - si erano moltiplicate, anche per le spese pazze della moglie. Lo scandalo del saccheggio del fondo sovrano arrivò in un momento di malessere dell'economia, in uno scenario politico da fine regime dell'Umno, il partito al potere da sessant'anni. Le ramificazioni della vicenda, con soldi finiti nell'acquisto di opere d'arte, un mega yacht e persino nel finanziamento del film "The Wolf of Wall Street", scioccarono la popolazione. Lo scandalo toccò anche la Goldman Sachs, che ha raggiunto di recente un'intesa col governo malese pagando 3,9 miliardi di dollari. Il verdetto è arrivato in un clima politico che però è cambiato. Due anni fa, sull'onda dello scandalo 1MDB, l'opposizione - raccogliendo i voti delle minoranze cinesi e indiane oltre a quelli dei musulmani malay disillusi - salì al potere in un'atmosfera riformista. Ma pochi mesi fa quella nuova alleanza di governo è implosa, un partito conservatore ha cambiato sponda politica, e l'Umno è tornato al potere grazie a un ribaltone. La maggioranza del nuovo premier Muhyiddin Yassin è fragile, ed è probabile che le vicende giudiziarie di Najib possano diventare oggetto di negoziazione politica. Da parte sua, Najib ha cercato di riabilitare la sua immagine di politico distaccato dalla popolazione. Ed è conscio di avere altre carte da giocare. 

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