Economia

Maggio segna una ripresa dell'import

I dati dell'Amministrazione federale delle dogane: le importazioni sono progredite del 10%, mentre le esportazioni sono diminuite dell'1%

I dati del mese di maggio (archivio Ti-Press)
18 giugno 2020
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Segnali di timida ripresa per il commercio estero svizzero, dopo lo storico calo di aprile sulla scia della pandemia di coronavirus: rispetto al mese precedente in maggio le esportazioni sono diminuite (al netto degli effetti stagionali) dell'1% a 16,5 miliardi di franchi, mentre le importazioni sono progredite del 10% a 13,6 miliardi.

Entrambi i dati assoluti si trovano comunque a un livello nettamente inferiore a quello registrato in marzo, quando il valore delle merci in uscita sfiorava i 19 miliardi e quelle in entrata i 16 miliardi, emerge dai dati pubblicati oggi dall'Amministrazione federale delle dogane (Afd). In aprile era poi avvenuto il crollo, con rispettivamente -12% e -22%.

In maggio l'export ha quindi continuato a scendere, ma in modo assai più moderato, mentre l'import è tornato a salire. Le variazioni indicate (per la precisione: -1,2% e +9,8%) sono in termini nominali: in termini reali (cioè corrette dell'effetto dei prezzi) si sono attestate rispettivamente a -0,2% e +13,0%. La bilancia commerciale ha chiuso con un'eccedenza di 2,8 miliardi di franchi.

Nel confronto con aprile i vari settori d'esportazione hanno mostrato andamenti assai differenti. Quello chimico-farmaceutico, che aveva tenuto bene il mese prima, mostra ora una contrazione nominale del 6% (a 9,6 miliardi). Il secondo ramo più importante, quello delle macchine e dell'elettronica, segna -1,5% (a 2,1 miliardi). Sostanzialmente stabile (-3% a 1,1 miliardi) è anche il comparto degli strumenti di precisione. Sembra invece volersi orientare a una ripresa il segmento orologiero (+94%): gli 0,7 miliardi osservati rappresentano comunque una cifra assai lontana dagli 1,4 miliardi di marzo.

A livello regionale, la flessione dei prodotti con il marchio della balestra ha interessato soprattutto l'Asia (-14% a 3,1 miliardi) - con il -9% del principale mercato, quello cinese - e il Nordamerica (-3% a 3,3 miliardi). In Europa si è per contro assistito a un incremento del 3%: le forniture verso Italia e Francia, che già in aprile erano scese ai livelli più bassi da circa 20 anni, si sono ulteriormente ridotte, rispettivamente del 16% e dell'11%. Ha trainato invece il principale paese di sbocco dell'export, la Germania (+7% a 3,2 miliardi).

Sul fronte delle importazioni, il Nordamerica segna una diminuzione del 12% (ma i numeri assoluti sono relativamente contenuti: 0,8 miliardi), mentre Asia ed Europa sono in progressione, rispettivamente del 13% (a 3,1 miliardi) e del 12% (a 9,6 miliardi). Spicca la ripresa dell'attività con Italia (+32%) e Francia (+18%).

Di scarsa rilevanza per il commercio estero elvetico sono gli altri tre continenti, vale a dire America Latina (445 milioni le esportazioni, 143 milioni le importazioni), Africa (224 e 99) e Oceania (204 e 23), ma possono essere citati per offrire il quadro completo.

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