Economia

Orologeria, resiste solo il lusso

Piccola inversione di tendenza nelle esportazioni svizzere, ma i volumi continuano a calare. Dati positivi unicamente per i pezzi di oltre 3'000 franchi

20 agosto 2019
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Le esportazioni orologiere svizzere, dopo il netto calo del 10,7% in giugno, hanno rialzato la testa e nel mese di luglio sono tornate in positivo attestandosi a 1,9 miliardi di franchi, in aumento del 4,3% su base annua.

A contribuire al risultato positivo sono stati soprattutto gli orologi da polso in metallo prezioso. Tuttavia, il calo dei volumi si è accentuato: "Si tratta del dodicesimo mese consecutivo in ribasso", indica in una nota odierna la Federazione orologiera svizzera (FH). A luglio sono stati spediti all'estero 390mila pezzi in meno, un declino che non si registrava dal luglio 2016, sottolinea l'associazione.

Per quanto riguarda le singole categorie di prezzo, gli orologi di oltre 3'000 franchi (prezzo per l'export) sono gli unici ad aver registrato una progressione sia in termini di valore (+8,5%), sia di volumi (+6,6%). In caduta libera invece quelli con un prezzo inferiore ai 200 franchi, che sono crollati del 26,9% (per quanto riguarda i pezzi) e del 19,8% (vendite).

Hong Kong, primo mercato d'esportazione per l'industria orologiera elvetica, si trova in un contesto politico difficile: nel mese di giugno le proteste dei cittadini contro la nuova e controversa legge sulle estradizioni aveva avuto ripercussioni importanti anche sul mercato degli orologi svizzeri. Nel mese di luglio, tuttavia, il calo è rimasto contenuto segnando una contrazione dell'1,3%.

In aumento invece le esportazioni di orologi verso Giappone (+23,4%), Singapore (+17,9%), Cina (+16,3%) e Stati Uniti (+6,1%). Leggero calo in Europa (-0,8%), trascinato in negativo soprattutto dalla Francia (-12%).

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