Economia

La Banca nazionale dice addio al tasso Libor

L'istituto di emissione mantiene la politica monetaria espansiva e rivede al ribasso le stime di crescita del Pil a livello internazionale

La sede della Bns a Berna (Keystone)
13 giugno 2019
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Il tasso di interesse sugli averi a vista detenuti presso la Banca nazionale svizzera (Bns) rimane immutato a -0,75%. Al contempo l’istituto di emissione ha introdotto da oggi un nuovo tasso di riferimento, il tasso guida Bns che sostituirà il riferimeno al tasso Libor (London interbank offered rate). La stima di crescita dell’economia svizzera nel 2019 resta pari a circa l’1,5%.

D’ora in poi le decisioni di politica monetaria saranno prese e comunicate attraverso la fissazione del livello di tale tasso, spiega la Banca nazionale in un comunicato diramato oggi. Il 'tasso guida Bns' sostituisce la fascia obiettivo per il Libor a tre mesi impiegata finora ed è attualmente pari a -0,75%. Il motivo dell’introduzione del nuovo tasso è la mancanza di garanzie sul futuro del Libor: l’autorità britannica di vigilanza sui mercati finanziari provvederà alla sua continuazione solo sino a fine 2021. Ricordiamo che questo è un tasso di interesse che viene fissato per 10 valute (euro, dollaro Usa, yen, sterlina, franco svizzero, dollaro canadese, dollaro australiano, corona danese, corona norvegese e dollaro neozelandese) e 15 diverse scadenze temporali (da un giorno a 12 mesi), ma non è il tasso, o meglio non lo è più, a cui effettivamente le maggiori banche si prestano denaro sul mercato ma un tasso 'di riferimento', cui sono ancorati molti strumenti derivati e cui sono indicizzati mutui e prestiti nei principali Paesi.

Il tasso viene fissato attraverso un sondaggio ufficiale condotto al mattino intorno alle 11 (precisamente tra le 11 e le 11:10) attraverso il quale viene chiesto a un certo numero di banche di rispondere alla seguente domanda: “A quale tasso potresti prendere a prestito dei fondi se dovessi chiederne e quindi accetteresti offerte sul mercato interbancario per un importo significativo prima delle 11 del mattino?” Da queste risposte (le banche di riferimento, a seconda delle diverse valute, possono essere tra 8 e 18), vengono scartate le più alte e le più basse e viene fatta una media tra i valori centrali, il cui risultato è il tasso Libor ufficiale. Un tasso, che dopo scandalo del 2012 (accordi illeciti tra banche per definire questo valore), non rispecchia più quello espresso dal mercato.

Bns pronta a intervenire su mercato dei cambi
Considerando l’attuale evoluzione dei prezzi e della congiuntura, la politica monetaria espansiva continua a essere necessaria, sostiene la Bns. Il franco si è leggermente rafforzato rispetto a marzo e la sua valutazione permane elevata. La situazione sul mercato dei cambi appare ancora fragile. Il tasso d’interesse negativo e la disponibilità della Banca nazionale a intervenire all’occorrenza su questo mercato rimangono necessari per limitare l’attrattiva degli investimenti in franchi e quindi ridurre la pressione sul franco.

I segnali che provengono dall’economia mondiale sono tuttora eterogenei, rileva la Banca nazionale. Se la crescita del Pil ha acquisito slancio nel primo trimestre e tutte le principali economie hanno registrato un’espansione superiore alla media, la produzione nell’industria manifatturiera ha continuato a mostrare segni di debolezza in molte regioni.

Rischi per congiuntura più pronunciati di tre mesi fa
Nel suo scenario di base per l’economia mondiale la Bns si aspetta che nei prossimi trimestri la crescita registri un andamento in linea con il potenziale. Ad agire da sostegno nei paesi industrializzati sono la politica monetaria espansiva e, in alcuni casi, anche la politica fiscale. La pressione inflazionistica rimarrà presumibilmente moderata.

Rispetto a questo scenario di base i rischi sono ancora orientati al ribasso, ma risultano più pronunciati rispetto all’ultimo esame trimestrale, rileva la Bns. Fra questi figurano in primo piano le incertezze politiche e le tensioni riguardo alla politica commerciale che potrebbero portare a nuove turbolenze sui mercati finanziari e deteriorare ulteriormente il clima di fiducia degli operatori economici.

Stime di inflazione corrette al rialzo
Anche in Svizzera la dinamica economica ha acquisito slancio all’inizio dell’anno. Secondo una prima stima, il Pil è aumentato del 2,3% nel primo trimestre. Il mercato del lavoro ha mostrato un’evoluzione favorevole e nel complesso il grado di utilizzo delle capacità produttive dell’economia era adeguato. Gli indicatori congiunturali continuano a segnalare una dinamica complessivamente positiva. Per il 2019 la Bns si aspetta quindi tuttora una crescita economica pari a circa l’1,5%, tuttavia un indebolimento inaspettatamente pronunciato dell’economia internazionale si trasmetterebbe rapidamente alla Svizzera.

La nuova previsione condizionata di inflazione – presupponendo che il tasso guida Bns rimanga pari a -0,75% – si situa per i prossimi trimestri a un livello leggermente superiore rispetto a quella formulata in marzo. Ciò, spiega l’istituto centrale, è riconducibile soprattutto a un aumento dei prezzi dei beni importati. Per il 2019, si colloca allo 0,6% ed è pertanto superiore allo 0,3% stimato tre mesi or sono. Per il 2020 è attesa un’inflazione dello 0,7%, contro lo 0,6% di marzo. Per il 2021 la previsione si situa all’1,1%, 0,1 punti percentuali in meno di tre mesi fa.

Rischio di correzione sul mercato degli immobili a reddito
Sul mercato ipotecario e immobiliare persistono gli squilibri. Sia i prestiti ipotecari che i prezzi delle case unifamiliari e degli appartamenti di proprietà hanno continuato a crescere leggermente negli scorsi trimestri. I prezzi degli immobili residenziali a reddito sono invece lievemente scesi.

Tuttavia, in particolare in questo segmento sussiste il rischio di una correzione, a causa del forte incremento dei prezzi negli ultimi anni e dell’aumento delle abitazioni sfitte. La Banca nazionale resta dell’avviso che sono necessarie misure mirate. Essa sostiene le proposte del Consiglio federale, le quali prevedono che le banche coprano le ipoteche per immobili residenziali a reddito con ulteriori fondi propri.

In questo contesto la Bns accoglie favorevolmente le proposte dell’Associazione svizzera dei banchieri (Asb), la quale ha aperto la porta a un possibile inasprimento delle misure di autoregolamentazione per la concessione di ipoteche: ha incaricato un gruppo di lavoro di esaminare l’analisi delle autorità e, se dovesse essere il caso, elaborare una serie di misure di adeguamento dell’autodisciplina in materia ipotecaria.

Stando alla Bns, nuove linee guida dovrebbero essere attuate quest’anno o all’inizio del 2020. L’istituto non indica però se si tratterà di adeguamenti regolatori o di nuove direttive sull’autoregolamentazione da parte delle banche.

Resistenza adeguata per la maggior parte delle banche
Sebbene l’impegno delle banche sul mercato ipotecario e immobiliare elvetico sia cresciuto nel 2018, la resistenza della maggior parte degli istituti a vocazione nazionale è adeguata, afferma la BNS. Lo dimostra anche lo stress test della Banca nazionale, i cui risultati indicano che la maggior parte di essi è sufficientemente capitalizzato per attutire le perdite anche nello scenario peggiore.

Tuttavia secondo la Bns una serie di banche, che insieme detengono una quota di mercato "rilevante" nel mercato immobiliare, potrebbero essere confrontate a problemi nello scenario più pessimistico. Il loro surplus di capitale potrebbe in tal caso scendere a un livello vicino o perfino inferiore a quello richiesto.

La Bns continuerà a seguire attentamente gli sviluppi sul mercato ipotecario e immobiliare ed esaminerà regolarmente la necessità di un aggiustamento del cuscinetto anticiclico di capitale.

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