A seconda del livello dei tassi ipotecari, e a dipendenza della variante per la deduzione degli interessi passivi, i proprietari contribuenti saranno più o meno chiamati alla cassa
Il progetto del parlamento federale di abolire, parzialmente, la tassazione del valore locativo proprio non piace ai "ministri" cantonali delle finanze. "Globalmente il sistema attuale d'imposizione dell'alloggio è migliore della proposta sul tavolo", si legge in un comunicato odierno della Conferenza delle direttrici e dei direttori cantonali delle finanze (CDF).
Alla metà di febbraio la Commissione dell'economia e dei tributi (CET) del Consiglio degli Stati ha posto in consultazione fino al 12 luglio un progetto con vari obiettivi, tra i quali ne spiccano due: abolire la tassazione del valore locativo per l'abitazione primaria, una stranezza nel sistema fiscale, e contenere l'indebitamento privato, che in Svizzera ha raggiunto livelli record nel raffronto internazionale. Il progetto è relativamente complesso e presenta numerose varianti.
Il succo è che l'abolizione del valore locativo è compensata da una riduzione delle deduzioni fiscali sia per i cosiddetti costi di conseguimento (come le spese per la manutenzione) sia per gli investimenti destinati al risparmio energetico e alla protezione dell'ambiente sia per gli interessi su debiti privati. In quest'ultimo ambito la CET mette in consultazione ben cinque varianti.
A seconda del livello dei tassi ipotecari, e a dipendenza della variante per la deduzione degli interessi passivi, dalla riforma potranno risultare notevoli maggiori o minori entrate per Confederazione, Cantoni e Comuni. Similmente, i proprietari contribuenti saranno più o meno chiamati alla cassa.
Alla CDF il progetto è andato completamente di traverso. L'attuale sistema d'imposizione dell'alloggio, "regolarmente rimesso in questione da decenni", in realtà è assolutamente adeguato: "non c'è alcun bisogno di modifiche", si legge nella nota.
La riforma della CET presenta aspetti che vanno nella giusta direzione - soppressione delle deduzioni nell'ambito dell'imposta federale diretta, restrizione della deduzione degli interessi passivi - ma contravviene a vari principi costituzionali, non costituisce una semplificazione rispetto alla situazione attuale e peserà sulle casse cantonali.
I "ministri" delle finanze non si limitano a criticare, ma indicano alla CET come correggere il tiro in modo da non ledere la Costituzione. In primo luogo, a loro avviso, è imperativo sopprimere le deduzioni degli investimenti per il risparmio d'energia e la tutela dell'ambiente a livello dei Cantoni. La differenza nell'applicazione di queste deduzioni tra la Confederazione e i Cantoni nonché tra Cantoni genera molti problemi, sia per i contribuenti che per le autorità fiscali.
In secondo luogo va limitata la possibilità di dedurre gli interessi passivi al di sotto della soglia dell'80% del rendimento della sostanza. La riduzione degli incentivi all'indebitamento deve essere praticabile e la più equa possibile, e le opportunità di ottimizzazione fiscale a disposizione dei proprietari di diversi immobili e di capitali vanno limitate.
Infine la CDF chiede di rinunciare all'introduzione di una deduzione per la prima acquisizione di un alloggio. Oltre ad essere inefficiente, pone gravi problemi di applicazione per i cambiamenti di domicilio, per le coppie, le successioni e le donazioni.
Al fine di promuovere la proprietà di un'abitazione privata, la CET propone infatti anche una deduzione ad hoc per chi acquista la prima casa. Nel primo anno dovrebbe ammontare a 10'000 franchi, per poi diminuire gradualmente nell'arco di dieci anni.