Economia

Borsa svizzera: primi scambi col segno meno

La minaccia di Trump di nuovi dazi sull'import di 200 miliardi di dollari per il "made in China" sta condizionando al ribasso il mercato azionario

6 maggio 2019
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Apertura in ribasso per la borsa svizzera: alle 09.05 l'indice dei valori guida SMI segnava 9617,66 punti, in flessione dell'1,32% rispetto a venerdì, mentre il listino globale SPI perdeva lo 0,71% a 11'624,20 punti.

Il mercato è stato raggelato dagli sviluppi nella vertenza commerciale fra Stati Uniti e Cina: a sorpresa nel fine settimana il presidente americano Donald Trump ha annunciato un possibile aumento dei dazi sui prodotti cinesi. La notizia ha messo sotto pressione le piazze asiatiche, che hanno subito perdite anche consistenti. Tokyo è peraltro ancora chiusa per per l'abdicazione dell'imperatore Akihito.

Il braccio di ferro fra Washington e Pechino mette in Svizzera in difficoltà in particolare i titoli del segmento del lusso quali Swatch (-3,85%) e Richemont (-3,34%). L'unico valore in rialzo è l'azione spiccatamente difensiva di Swisscom (+0,08%).

Anche le altre piazze europee hanno avviato le contrattazioni deboli: nel dettaglio vanno segnalate ad esempio Francoforte (Dax -1,91% a 12'175,72 punti) e Parigi (Cac 40 -1,76% a 5450,83 punti). Wall Street ha chiuso venerdì in positivo (Dow Jones +0,75% a 26'504,95 punti, Nasdaq +1,58% a 8164,00 punti).

E la minaccia di nuovi dazi sull'import di 200 miliardi di dollari di "made in China", affidata ieri a Twitter da Donald Trump, affonda anche le borse cinesi: l'indice Composite di Shanghai crolla del 5,58%, a 2906,48 punti, mentre quello di Shenzhen sprofonda del 7,38%, a quota 1515,80, dopo aver sfiorato la perdita record a -8%.

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