Economia

Il trust diventerà anche svizzero

Noto e diffuso nel mondo anglosassone per preservare storici patrimoni familiari, questo istituto giuridico potrebbe aiutare la piazza finanziaria

Una protezione con regole elvetiche (Ti-Press)
16 marzo 2019
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In futuro ai ‘trust’ di diritto anglosassone o ispirati al ‘Common law’ di tradizione britannica potrebbero affiancarsi anche quelli di diritto svizzero. Mercoledì di questa settimana il Consiglio nazionale, dopo un passaggio analogo al Consiglio degli Stati, ha approvato a larga
maggioranza (123 a 58, nonostante il parere contrario del Consiglio federale) una mozione che chiede di modificare il Codice delle obbligazioni e il Codice civile in modo che anche l’ordinamento giuridico svizzero accolga l’istituto del ‘trust’. La richiesta è nata da due atti parlamentari di due deputati ticinesi: un postulato di Giovanni Merlini (Plr) e un’iniziativa generica di Fabio Regazzi (Ppd).
Secondo il consigliere federale Ueli Maurer, e altri oratori, la mozione è superflua dal momento che il governo sta già studiando questa possibilità.
Al momento, se un cittadino svizzero o uno straniero che si rivolge a un professionista svizzero vuole ‘proteggere’ i propri beni (finanziari o immobiliari) per esempio per ragioni di successione, in un trust deve farlo riferendosi al diritto estero.
A differenza di una fondazione, il trust non ha personalità giuridica. I patrimoni in questione costituiscono quindi una massa distinta da quella personale grazie a tre figure ben distinte: il disponente (settlor), l’amministratore dei beni (il trustee) e il beneficiario.
La modifica di legge perseguita dal Parlamento dovrebbe determinare i tipi di trust ammessi e consentirebbe di aprire nuove prospettive di lavoro a coloro che potrebbero essere interessati ad aprire dei trust oppure ad amministrarli.
Per Giovanni Merlini legiferare in materia è un modo per accrescere la trasparenza. “Oggi è infatti indispensabile far ricorso a disposizioni legali di altri Stati con cui ben pochi addetti ai lavori hanno dimestichezza”, scrive in una nota stampa il parlamentare ticinese. “Maggiore
trasparenza comporta anche maggiore sicurezza del diritto e quindi prevedibilità degli effetti giuridici per i clienti e per la piazza finanziaria”, continua Merlini.
Soddisfatto della proposta legislativa anche Marco Bonalanza, presidente dell’associazione ‘Il Trust’ che mira a divulgare la cultura di questo antico istituto nel mondo latino. L’associazione ha sede in Ticino e nasce dalla passione di alcuni professionisti per questo strumento
giuridico del diritto anglosassone “quale strumento di libertà individuale che tuteli il proprio e l’altrui futuro, che consenta una saggia organizzazione delle risorse allo scopo di soddisfare i propri e gli altrui bisogni, nell’oggi come nel domani”.

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