Economia

Tre ex dipendenti del CS arrestati su richiesta degli USA

Ex collaboratori della banca fermati a Londra per complicità in una frode miliardaria che coinvolge aziende statali del Mozambico.

(foto Ti-Press)
4 gennaio 2019
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Cinque persone - fra cui tre ex dipendenti di Credit Suisse e l'ex ministro delle finanze del Mozambico sono accusati di corruzione, riciclaggio e frode di valori immobiliari a New York nell'ambito di prestiti accordati al Mozambico.

Secondo l'atto di accusa reso pubblico ieri a New York, il caso è incentrato su crediti che si elevano a circa due miliardi di dollari. Il denaro sarebbe dovuto servire a finanziare progetti di sviluppo in Mozambico legati alla pesca del tonno, alla sorveglianza costiera e ai cantieri navali. Ma circa 200 milioni sono finiti nelle tasche degli accusati e in quelle di funzionari come tangenti. All'ex ministro delle finanze sono andati per esempio sette milioni.

I tre ex banchieri di Credit Suisse, attivi nel settore degli investimenti, sono stati arrestati ieri a Londra in relazione all'atto di accusa. Secondo un portavoce dell'ufficio del procuratore degli Stati Uniti, all'origine dell'arresto, tutti e tre sono stati rilasciati su cauzione. Gli Stati Uniti hanno chiesto la loro estradizione. Gli avvocati dei tre ex dipendenti di Credit Suisse non erano al momento disponibili per rilasciare dichiarazioni.

Credit Suisse ha fatto sapere che continuerà a collaborare con le autorità. Gli ex dipendenti sono accusati di essersi arricchiti personalmente e di aver eluso i controlli interni della Banca.

L'ex ministro delle finanze del Mozambico Manuel Chang - in carica dal 2005-2015 - è stato arrestato cinque giorni fa in Sud Africa. Gli Stati Uniti chiedono anche la sua estradizione. Manuel Chang ha respinto le accuse.

La quinta persona ad essere stata accusata è un uomo d'affari libanese. A quest'ultimo - fermato mercoledì all'aeroporto di John F. Kennedy de New York e posto in detenzione preventiva - viene rimproverato di aver partecipato al coordinamento di questo "schema fraudolento".

Credit Suisse e il gruppo bancario russo VTB hanno concesso in segreto al Mozambico prestiti per un totale di due miliardi di dollari nel 2013 e 2014, senza averne informato i creditori internazionali come il Fondo monetario internazionale (FMI). Quando il caso è venuto alla luce il FMI ha interrotto i suoi versamenti al Mozambico e il Paese è precipitato in una crisi monetaria e del debito.

L'accusa deriva da un'indagine su tre società statali create per finanziare progetti di sviluppo. Queste società hanno potuto prendere in prestito più di 2 miliardi di dollari grazie alla garanzia pubblica del ministro delle finanze Manuel Chang. "Le entrate dovevano essere utilizzate esclusivamente per progetti marittimi".

"In realtà - indica la denuncia - gli imputati hanno creato questo progetto marittimo per arricchirsi e hanno intenzionalmente sottratto parte dei proventi del prestito per pagare almeno 200 milioni di dollari in tangenti a se stessi, ai funzionari del governo mozambicano e ad altri". Le tre entità che avevano beneficiato di questi prestiti sono fallite, facendo precipitare il paese africano nella peggiore crisi finanziaria della storia di questo stato che è diventato indipendente nel 1975.

Le accuse sono state formulate a New York perché i pagamenti controversi sono passati attraverso gli Stati Uniti, dando loro la giurisdizione per perseguire i cinque uomini. Nessuno di loro ha lavorato o risieduto in questo paese.

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