Economia

Una miniera per i dati

Ubs a Manno punta sull’intelligenza artificiale applicata alla finanza

17 novembre 2018
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Annunciato meno di dieci mesi, l’Ubs Business solution center di Manno è ora realtà. Dallo scorso luglio, infatti, vi lavorano 19 persone con l’obiettivo di arrivare a 80 nel medio termine. Si tratta del primo centro in assoluto – una sorta di laboratorio di idee e progetti da sviluppare nell’ambito della finanza – realizzato in collaborazione con un istituto di ricerca (l’Istituto Dalle Molle di studi sull’intelligenza artificiale, Idsia) legato al mondo accademico. Un partenariato giudicato stimolante sia da Ubs sia dall’Idsia.

La cosiddetta quarta rivoluzione industriale non coinvolge solo il modo della produzione di beni. Sono soprattutto i servizi e la loro erogazione ad essere investiti da questi cambiamenti tecnologici. «L’obiettivo del centro è quello di studiare e testare soluzioni per aumentare l’efficienza, non solo di Ubs Svizzera e servire meglio la clientela», ha spiegato Luca Pedrotti, direttore regionale di Ubs Ticino, durante un incontro con la stampa a cui era presente anche il Ceo di Ubs Sergio Ermotti.

«Per molte persone ormai, la banca è diventata un’applicazione sul telefonino», ha ricordato Sabine Magri, Chief operating manager di Ubs. «E queste persone si attendono che qualsiasi problema tecnico possono incontrare nell’uso della loro app venga risolto in modo rapido: sette giorni su sette e 24 ore su 24», ha continuato.

E dove non arriverà l’uomo, sarà la macchina, o meglio l’intelligenza artificiale applicata alle macchine, a risolvere il problema.
Gli investimenti in tecnologia da parte di Ubs sono aumentati negli ultimi anni del 27% e a livello globale Ubs investe circa 3,5 miliardi di franchi ogni anno per l’innovazione tecnologica e già oggi sono in attività oltre 700 robot. «Ma questo non è ancora sufficiente per rimanere al passo con il cambiamento», ha ricordato ancora Sabine Magri. «Per questo abbiamo bisogno di ‘estrarre valore’ dagli oltre due miliardi di dati che processiamo ogni 15 secondi a favore dei nostri clienti», ha continuato Magri ipotizzando delle piste di ricerca che anche il centro di Manno potrà percorrere in futuro: dalle anomalie nell’uso delle carte di credito, all’analisi predittiva su dati dinamici.

Ricordiamo che Ubs a livello globale ha cinque centri di ricerca sulla FinTech, di cui due in Svizzera: a Zurigo e a Manno, appunto. Solo per quest’ultimo c’è però una collaborazione così significativa con il mondo accademico. Collaborazione sancita nero su bianco grazie alla sottoscrizione di un accordo tra Ubs e Idsia di durata pluriennale.

E un accordo, per essere un buon accordo, deve soddisfare le due parti. Luca Gambardella, direttore dell’Idsia, non nasconde la soddisfazione per l’opportunità data al suo istituto di mettere in pratica le competenze maturate in 30 anni di studi sull’intelligenza artificiale. «Nel mandato oltre all’obiettivo di estrarre valore dai dati, vi è anche quello di migliorare i processi interni alla banca e questo a livello globale, non solo svizzero», afferma Gambardella.

La sfida sull’intelligenza artificiale è veramente globale con i gruppi tecnologici Usa (Facebook, Apple, Google e Amazon) tallonati da quelli cinesi ai quali si aggiungono Canada e Israele. L’Europa sta reagendo solo e il Ticino – con il centro di Manno – sarà della partita.

Il Ticino aderisce alla Swiss blockchain federation

Soddisfazione per il centro di Ubs di Manno è stata espressa anche dal consigliere di Stato e direttore del Dipartimento delle finanze e dell’economia Christian Vitta che ha ripercorso gli sforzi che il Cantone sta facendo per percorrere la strada dell’innovazione.
Vitta ha ricordato la recente riforma fiscale e sociale approvata dai cittadini che contiene elementi di sostegno per chi investe in start-up innovative o la revisione, in cantiere, della Legge cantonale sull’innovazione che verrà potenziata, oppure, l’ultima in ordine di tempo, l’adesione del Canton Ticino – in qualità di socio fondatore – alla neonata ‘Swiss blockchain federation’. Insomma, tutti passi necessari per cogliere i frutti della svolta tecnologica.

Swiss blockchain federation è un’associazione basata sul partenariato pubblico e privato, composta da rappresentanti della politica, dell’economia e del mondo accademico. Questa associazione si prefigge, a livello federale, di consolidare e aumentare l’attrattiva e la capacità concorrenziale della piazza economica elvetica nell’ambito dell’emergente tecnologia della blockchain.

L’adesione del Ticino – che sarà rappresentato dal direttore della Divisione dell’economia Stefano Rizzi – si inserisce nel solco dell’impegno finora promosso “ed è coerente con la strategia di sviluppo economico adottata dal Cantone”, si legge in una nota. “Ciò consentirà, inoltre, di partecipare da subito e attivamente all’importante fase strategica, durante la quale saranno sviluppate le basi giuridiche a livello nazionale per la promozione della tecnologia blockchain”.

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