Economia

Come ti cambio la formazione nel mondo digitale

Imprese e scuola si confrontano a Bellinzona sulle esigenze dell'istruzione professionale del settore

Le abitudini dei consumatori stanno cambiando (Ti-Press)
8 ottobre 2018
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Il processo di digitalizzazione dell’economia sta avanzando in modo molto rapido. Il settore del commercio al dettaglio è probabilmente quello che più di altri sta conoscendo una profonda fase di revisione dei propri modelli di business. Le abitudini di consumo stanno cambiando e con essi stanno emergendo forme nuove di vendita che trovano il consenso di ampie fette di consumatori, non solo di quelle più giovani.

Con l’arrivo della tecnologia, si pone anche il tema della formazione professionale che deve trovare la quadratura del cerchio tra la domanda delle aziende e l’offerta scolastica. E proprio la formazione nell’era della svolta digitale sarà al centro della giornata di domani, martedì 9 ottobre, (‘Tavolo del commercio’) organizzata da Supsi, Società impiegati di commercio, Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport e dalla Scuola cantonale di commercio di Bellinzona. Evento che inizierà oggi alle 9 (aula magna della Scc) e si concluderà nel tardo pomeriggio.

«Una delle proposte emerse nel corso di più di un anno di incontri tra gli attori in gioco (aziende, scuole e associazioni di categoria) è quella di cercare delle soluzioni condivise, o meglio co-soluzioni, alle sfide della formazione professionale», ci spiega Siegfried Alberton, professore Supsi e responsabile del Centro di competenze Inno 3 della stessa Scuola universitaria della Svizzera italiana. «Le tecnologie informatiche si stanno imponendo nel mondo del commercio e si pone quindi l’esigenza di insegnare alle ragazze e ai ragazzi che stanno seguendo una formazione commerciale – in tutti i tipi di offerta scolastica – come usare questi nuovi strumenti di lavoro», continua Alberton, il quale precisa che anche il mondo imprenditoriale dovrà fare la sua parte non limitandosi solo a richiedere al mondo scolastico i curricula formativi auspicati. «Per questo si parla di co-decisione, tra le imprese e l’ente pubblico, del percorso formativo necessario al mondo del commercio nei prossimi anni».

L’innovazione tecnologica è spesso dipinta come un fattore di distruzione di posti di lavoro. L’ultimo rapporto McKinsey per la Svizzera parla della scomparsa di un milione di impieghi a causa della digitalizzazione. Allo stesso tempo l’innovazione tecnologica creerà anche l’esigenza di nuove figure professionali che oggi non esistono, ma che saranno richieste nel prossimo futuro. «A oggi non conosciamo il saldo di questo processo. Ad ogni modo l’imprenditore accorto sarà chiamato per forza di cose a rivedere il proprio modello di business, se vorrà sopravvivere nel nuovo mondo. E sappiamo che l’attuale crisi del commercio è anche figlia del ritardo di molte aziende con cui stanno affrontando i cambiamenti delle abitudini di consumo», continua l’economista della Supsi. Ormai il solo canale di vendita fisico spesso non è sufficiente a sostenere i costi della struttura. «Pensare di affiancare a questo anche il canale digitale è quindi un presupposto irrinunciabile per qualsiasi imprenditore. La rivoluzione tecnologica o la si subisce oppure la si affronta con intelligenza in modo che vada a beneficio di tutti: imprese, società e lavoratori», conclude Alberton. Insomma, la creatività rimane ancora nelle mani dell’uomo, nonostante la digitalizzazione.

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