Economia

Dieci anni dalla crisi, Oswald Grübel: 'Nulla è cambiato'

L'ex numero 1 di Ubs e Credit Suisse è convinto che oggi le banche rischino meno e pretendano il 30% di commissioni in più per le stesse prestazioni

Ti-Press
13 settembre 2018
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La banche oggi non fanno null'altro di quanto facessero prima della crisi finanziaria, solo rischiando meno e pretendendo il 30% di commissioni in più per le stesse prestazioni: ne è convinto Oswald Grübel, ex numero uno di UBS e Credit Suisse, che in un'intervista alla Weltwoche mostra anche comprensione nei confronti dell'insofferenza che i lavoratori dell'ex Germania dell'est palesano nei confronti degli "asilanti".

Le banche si concentrano oggi soprattutto sui crediti e in particolare su quelli ipotecari, un comparto che si pensa poco rischioso, osserva Grübel. "A mio avviso questo è fatale: i rischi del futuro si trovano proprio dove si pensa che ce ne siano pochi o che non ve ne siano affatto".

Secondo il 74enne non bisogna illudersi che in futuro nel private banking saranno realizzabili gli stessi margini del passato, quando per gli stranieri valeva ancora il segreto bancario. "Molto denaro è già defluito all'estero e con le nuove tecnologie i mercati saranno ancora più competitivi".

Le banche - sostiene Grübel - negli ultimi dieci anni non hanno fatto passi avanti. "Abbiamo semplicemente migliorato il passato, abbiamo ridotto la quota di capitale di terzi nei bilanci, grazie a sempre più regolamentazione. Ma non abbiamo ancora inventato nulla per il futuro, niente che ci permetta di plasmare in modo diverso il settore finanziario". Ecco perché in borsa le azioni delle grandi banche non decollano, osserva.

Grübel, che è nato nella Ddr e che nel 1952, a otto anni, è scappato all'Ovest, commenta anche quanto sta avvenendo in Sassonia, tracciando i paralleli con un'altra regione dell'est, la Turingia, dove ha appena visitato i parenti. "Loro, che lavorano, si alzano ogni mattina alle 4 e cominciano a lavorare alle 6, dopo un lungo spostamento in auto, fanno ore di straordinario e ricevono il salario minino: le dico che non hanno una vita facile", spiega Grübel all'intervistatore.

"La gente lavora molto, ma l'industria si stabilisce lì unicamente perché deve pagare solo il salario minimo. Alcuni guadagnano anche meno ed è un problema quando vedono che arrivano immigrati che con una domanda d'asilo ricevono 1400 euro al mese più l'appartamento e tutto spesato", prosegue l'ex presidente della direzione di Credit Suisse (2003-2007) e di Ubs (2009-2011).

"Si vede come all'improvviso determinate persone vivano meglio di coloro che lavorano duramente. Questo favorisce l'insoddisfazione e le truffe al sistema, analogamente a quanto succede quando la pressione fiscale è troppo elevata. È la storia più vecchia del mondo, non si può trattare così la gente", conclude Grübel.

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