Economia

Segreto bancario, difficile 'nascondere'

Gli istituti di credito svizzeri attuano scambi automatici di informazioni con i Paesi dell'OCSE. Si evitano così conti in nero di cittadini stranieri

11 settembre 2018
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Lo scambio automatico di informazioni con i paesi dell'Ocse sta avanzando a passi da gigante e ormai "uno straniero non può più nascondere denaro in una banca svizzera". Lo ha affermato Herbert Scheidt, presidente dell'Associazione svizzera dei banchieri (ASB), in una conferenza stampa a Zurigo. "Non vi è più denaro straniero non dichiarato in Svizzera", ha sottolineato Scheidt, stando al testo scritto del suo discorso. Gli istituti elvetici sono stati in grado di organizzare correttamente e nei tempi previsti lo scambio di informazioni bancarie, malgrado la complessità e i costi, valutati a circa 500 milioni di franchi. I dati trasmessi alle autorità tributarie estere comprendono nome e cognome del detentore di un conto, indirizzo, codice fiscale, data di nascita, numero di conto, nome della banca e averi in deposito. Tutto questo in ossequio alle direttive dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse). "Lo scambio automatico di informazioni è stato pienamente attuato in Svizzera per la prima ondata di 38 paesi", ha spiegato il direttore generale dell'ASB, Claude-Alain Margelisch. Gli istituti hanno già trasmesso all'Amministrazione federale delle contribuzioni a fine giugno i dati relativi al 2017, ha aggiunto. Il prossimo anno seguirà la seconda fase che coinvolgerà altri 40 paesi. Secondo Margelisch si tratta di "uno dei progetti più importanti" che le banche svizzere abbiano dovuto realizzare. Sul lungo periodo i dati saranno trasmessi a un centinaio di paesi. L'organizzazione ha anche approfittato dell'appuntamento annuale con la stampa per fare il punto sulle normative. "La piazza finanziaria svizzera è stabile e trasparente a livello internazionale", afferma la ASB, che riunisce 300 banche e 12'000 membri individuali. Secondo i banchieri a dieci anni dallo scoppio della crisi finanziaria è giunto il momento di dare nuovi margini di manovra agli istituti, che nel frattempo hanno adattato il loro modello d'affari. L'associazione auspica innanzitutto un miglioramento del processo di regolamentazione: chiede di essere coinvolta in ogni passo che viene effettuato e auspica che si rinunci a quegli adattamenti squisitamente elvetici ("Swiss Finish") giudicati eccessivi.Secondo l'ASB urgono inoltre alleggerimenti normativi per le piccole e medie banche. Terzo punto importante è la digitalizzazione: occorrono condizioni quadro che stimolino l'innovazione. La quarta questione è rappresentata dalla sostenibilità degli investimenti, che andrà potenziata: oggi il comparto fondi sostenibili rappresenta il 9% del totale, ma per il futuro ci si aspetta una forte crescita. L'organizzazione invita inoltre a migliorare il quadro fiscale e a gettare le basi per un accordo istituzionale con l'Ue. Particolarmente importante in quest'ultimo ambito viene considerata l'equivalenza della regolamentazione elvetica in materia di mercati borsistici.

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