Economia

Publicitas getta la spugna

Gli editori rifiutano il piano di risanamento e aprono la strada al fallimento

(Keystone)
12 maggio 2018
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Publicitas dichiara fallimento: dopo che tutti i principali gruppi editoriali le hanno voltato le spalle, non accettando il piano di risanamento proposto giudicato capestro, la società di commercializzazione pubblicitaria ha gettato la spugna, inoltrando una procedura in questo senso al Tribunale distrettuale di Bülach (Zurigo). Una settimana fa Publicitas aveva chiesto e ottenuto la moratoria concordataria. I responsabili avevano presentato un piano di risanamento agli editori che avevano tempo fino a giovedì per prendere posizione. Ma si è trattato di un tentativo vano: nessuno ha appoggiato il piano di ristrutturazione. Il commissario della moratoria concordataria ha comunicato ieri di aver depositato presso la corte di Bülach una richiesta per fallimento. Interessati sono dai 120 ai 150 dipendenti, che hanno ricevuto un invito da parte della direzione per partecipare a una conferenza via Skype durante la quale avrebbero dovuto ricevere “informazioni importanti”.

Due settimane fa Tamedia è stato il primo grande gruppo mediatico elvetico ad annunciare l’interruzione immediata di ogni collaborazione con Publicitas. Nel giro di due giorni anche Ringier, Admeira (l’alleanza pubblicitaria che riunisce Ringier, la Ssr e Swisscom), Axel Springer Svizzera, il gruppo AZ Medien (Aargauer Zeitung) e quello della Nzz (Neue Zürcher Zeitung) hanno fatto altrettanto. La settimana scorsa i principali editori della Svizzera tedesca e il gruppo del Corriere del Ticino hanno fatto sapere che intendono a loro volta dar vita a una nuova società di commercializzazione pubblicitaria.

Stando a una nota del gruppo CdT, la nuova società “inizierà la sua attività a breve”. “Non opererà in concorrenza con altri attori, ma proporrà prestazioni e servizi che andranno a incrementare e completare l’offerta già esistente”. Vi partecipano, oltre al CdT, i gruppi Tamedia, Nzz, AZ Medien e l’associazione degli editori svizzero-tedeschi Schweizer Medien.

Dai fasti degli anni 90 al baratro

Eppure c’è stato un tempo in cui Publicitas deteneva di fatto il monopolio delle inserzioni in Svizzera. Fino alla fine degli anni 90, il gruppo appartenente allora a Publigroupe regnava praticamente incontrastato su un mercato pubblicitario che valeva alcuni miliardi di franchi. La stessa società madre Publigroupe aveva in quel periodo un fatturato di due miliardi di franchi e occupava 3’600 persone. A partire dai primi anni del 2000 il gruppo losannese avvia una lunga fase di ristrutturazione incominciando a cedere alcune attività, tra cui local.ch a Tamedia e Swisscom nel 2014 e la sua attività storica Publicitas ad Aurelius equity opportunities, un fondo d’investimento quotato alla Borsa di Monaco. I tedeschi si liberano però di Publicitas già alla fine del 2016 cedendola per un importo ‘simbolico’ a due suoi manager: il direttore generale Jörg Nürberg e il direttore finanziario Carsten Bierkmeier. Il primo risiede a Londra e il secondo a Bratislava. Ma gli affari non migliorano. Il fatturato che era ancora pari a 530 milioni di franchi nel 2014 incomincia a prendere la via del baratro: 430 milioni nel 2016 e 360 milioni nel 2017. Il destino di Publicitas era quindi segnato e l’epilogo scritto nei dati di bilancio.

Nasce Regiopress Advertising per il mercato pubblicitario ticinese

La situazione finanziaria disastrata di Publicitas non ha colto di sorpresa l’editore de ‘laRegione’ Giacomo Salvioni e il Ceo del gruppo editoriale sopracenerino Rocco Salvioni. «Ritardi nei pagamenti si sono manifestati già nei mesi scorsi, ma la proposta di risanamento fatta dai vertici di Publicitas negli scorsi giorni non era assolutamente accettabile. In pratica proponevano un sostanzioso aumento delle attuali commissioni a loro favore. Inoltre, la riorganizzazione avrebbe generato spese amministrative maggiori a carico degli editori. Infine, le somme ancora scoperte sarebbero state onorate con un piano di rientro triennale a partire dal 2019», spiega da parte sua Rocco Salvioni.

In pratica la voragine finanziaria (non ancora nota, ndr) sarebbe stata colmata dagli stessi editori danneggiati. Una sorta di beffa. Ma questo è ormai il passato e toccherà ai curatori fallimentari ed eventualmente ai magistrati fare chiarezza anche dal punto di vista del rispetto del diritto.

Il futuro, anzi il presente, per quanto riguarda il mercato editoriale ticinese e non solo, si chiama Regiopress Advertising. «Una società indipendente costituita nei giorni scorsi e che offrirà tutti i servizi commerciali e amministrativi offerti prima da Publicitas Ticino», precisa dal canto suo Giacomo Salvioni. «Non si tratta quindi di una società che opererà in esclusiva per i prodotti di Regiopress (laRegione, Ticino7 e laregione.ch) ma offrirà spazi pubblicitari e consulenza a tutte le testate che lo vorranno», aggiunge ancora Giacomo Salvioni. Anche le persone di riferimento per gli inserzionisti saranno le medesime di prima. «Agli ex collaboratori di Publicitas Ticino verrà garantita continuità professionale attraverso questa nuova azienda. E questo anche per offrire il medesimo livello di prestazioni di servizio sia agli attuali inserzionisti sia a quelli futuri, contribuendo a sviluppare il mercato pubblicitario», precisa invece Rocco Salvioni.

Ricordiamo che Publicitas Lugano occupava otto persone più un apprendista a fine formazione.

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