Economia

Crescono gli investimenti immobiliari dai Paesi dell'Est

Filippo Botti della Suisse Immobilien Group: 'In Ticino trovano sicurezza, poca corruzione e una moneta stabile'

Ti-Press
27 gennaio 2018
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I cittadini dell’ex Unione sovietica continuano a investire nel settore immobiliare in Ticino. È quanto sostiene Filippo Botti, della fiduciaria Suisse Immobilien Group. La società con sede in centro a Lugano ha da diversi anni un ramo orientato proprio ai clienti provenienti dai Paesi dell’Est: Russian Suisse, di cui si vedono annunci anche sui quotidiani locali scritti addirittura in cirillico.

«Abbiamo avuto clienti che provenivano non solo dalla Russia, ma anche dall’Ucraina, dal Kazakistan, dalla Georgia, dall’Estonia. Insomma un po’ tutti Paesi dell’ex Unione sovietica. Si tratta di una clientela eterogenea: abbiamo avuto a che fare con persone molto facoltose, di alto profilo, ma anche famiglie meno abbienti», afferma Botti a ‘laRegione’.

Quindi persone un po’ di tutti i tipi, ma per quale motivo si ‘buttano’ sul mercato immobiliare ticinese? «Principalmente perché vedono la Svizzera come un Paese sicuro, con poca corruzione e poca criminalità. Inoltre il franco è una moneta stabile. Tutte queste caratteristiche vengono intese come un grande vantaggio, perché nei loro Paesi spesso le condizioni sono ben diverse. È poi anche importante in prospettiva familiare».

In che senso? «Nei loro Paesi vige spesso un sentimento di insicurezza: un giorno si potrebbero svegliare e aver perso tutto. Quindi i loro risparmi vogliono spostarli in un posto sicuro, investendoli ad esempio in un appartamento di vacanze in Svizzera che, se va male, perderà solo poco valore. Inoltre così sanno di avere un luogo sicuro dove andare con la famiglia se per caso succedesse qualcosa nel loro Paese. Quest’ultimo aspetto spesso è determinante per farli acquistare immobili da noi», spiega Botti.

Ci sono anche famiglie che si trasferiscono in Ticino in modo stabile? «In parte sì, ma circa il 65% delle volte comprano appartamenti o case di vacanza o, in pochi casi, spazi o attività commerciali come investimento. Ovviamente alcune persone si sono trasferite per motivi fiscali, anche se negli ultimi anni in Italia è stata introdotta una tassazione forfettaria interessante, mentre in Svizzera da questo punto di vista la situazione è un po’ peggiorata», sottolinea Botti.

Le case o gli appartamenti di vacanza che comprano vengono poi riaffittati? «No, se li tengono per loro anche se potrebbero, tramite delle società, affittarli per un certo periodo dell’anno. A loro questo però non interessa».

Negli ultimi anni si è spesso sentito dire che in Ticino gli investimenti da parte di cittadini dell’Est stanno perdendo slancio. È effettivamente così? «Per quanto ci riguarda, non abbiamo notato questa tendenza. Anzi negli ultimi anni abbiamo avuto cifre al rialzo».

È difficile trattare con questo tipo di clienti? «A volte rispecchiano il tipico stereotipo della persona facoltosa russa: pensano di avere tutti i diritti visto che hanno molti mezzi finanziari. Questo si scontra però con la realtà svizzera, dove le leggi valgono per tutti in ugual misura. Spesso hanno anche altissime pretese e vogliono tutto subito. Questo aspetto, in certi casi, è difficile da gestire. È però importante precisare che i russi non comprano a cifre fuori mercato. Anch’essi fanno le loro debite valutazioni finanziarie», conclude Botti.

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