Economia

Volkswagen rischia un'altra sanzione negli Usa

16 agosto 2016
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Nuova maxi sanzione in vista per Volkswagen negli Stati Uniti. Il Dipartimento di Giustizia ha rinvenuto prove di reati nell'ambito delle indagini sullo scandalo delle emissioni diesel. E avviato trattative per un patteggiamento con la casa automobilistica che potrebbe sfociare in una sanzione record, da oltre 1,2 miliardi di dollari, maggiore quindi a quella inflitta a Toyota per aver nascosto problemi all'accelerazione. Le trattative preliminari sono in corso, riporta il Wall Street Journal citando alcune fonti. Una accordo potrebbe essere annunciato entro la fine dell'anno. Il Dipartimento di Giustizia non ha avanzato direttamente alcuna accusa penale nei confronti di Volkswagen. Non è chiaro se le autorita' americane intendano accusare di reato singoli dipendenti della casa tedesca, molti dei quali risiedono in Germania e per i quali servirebbe quindi l'estradizione. L'unico punto a favore di Volkswagen e' la collaborazione con le autorità nelle indagini e l'aver raggiunto un patteggiamento per l'azione legale civile. Un atteggiamento quindi costruttivo che potrebbe spingere le autorita' a ridimensionare la sanzione. Volkswagen ha accantonato 21 miliardi di dollari per far fronte al dieselgate e si è accordata negli Stati Uniti per pagare fino a 10 miliardi di dollari per riacquistare le auto dei consumatori 'ingannati', oltre a stanziare 4,7 miliardi di dollari per l'ambiente e per investire nella promozione di auto a emissioni zero, come i veicoli elettrici. Lo scandalo Volkswagen ha rafforzato i controlli delle autorità sull'industria automobilistica, gia' alle prese con la rivoluzione delle auto senza guidatore. Mentre Tesla è in difficoltà a causa di alcuni incidenti quando l'auto si trovava in modalità 'autopilot', ovvero guida autonoma, Ford accelera per lo sviluppo delle auto senza guidatore. La casa automobilistica americana ha investito insieme al motore di ricerca cinese Badu 150 milioni di dollari in Velodyne Lidar, societa' che produce sensori essenziali per la guida autonoma. General Motors invece punta a Lyft, la rivale di Uber con la quale ha già un accordo per lo sviluppo di una rete di taxi senza guidatore. Gm avrebbe presentato un'offerta per Lyft, ma sarebbe stata respinta. (Ansa)

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