Festival di traduzione

L’ekphrasis alla diciassettesima edizione di Babel

Al centro del simposio, che si svolgerà a Bellinzona dal 15 al 18 settembre prossimi, il rapporto fra la scrittura e le altre arti

Il regista italiano Mario Martone fra gli ospiti della 17esima edizione di Babel
(Keystone)
5 agosto 2022
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Dopo l’edizione 2021 dedicata a Babele, alla diaspora, alla moltiplicazione delle lingue e alla nascita della traduzione, nel 2022 Babel riflette su un altro caposaldo del festival: il rapporto tra la scrittura e le altre arti. La diciassettesima edizione si svolgerà dal 15 al 18 settembre prossimi.

Babel Ekphrasis invita autori e autrici la cui scrittura si nutre fortemente di altre arti, e artiste e artisti che operano tra più arti, accostando ai dialoghi in teatro una rassegna cinematografica, un concerto, un dj set, due mostre d’arte, gli incontri Industry per operatori culturali, un laboratorio di scrittura nella lingua adottiva e quattro laboratori di traduzione letteraria.

Termine poco noto, quasi da addetti ai lavori, la parola greca ekphrasis – composta da ek, "fuori", e phràzo, "parlare, descrivere" – abbraccia diversi significati che si propagano come onde concentriche dal suo nucleo etimologico. Per gli oratori antichi era un descrivere che presenta in modo vivido il soggetto del discorso davanti agli occhi di chi ascolta. Nell’accezione più corrente, è la descrizione poetica di un’opera pittorica o scultorea: sono i centotrenta versi con cui Omero forgia lo scudo di Achille, è Auden sulla Caduta di Icaro di Bruegel. Ma ekphrasis è anche il "visibile parlare" dell’arte medievale che predica in immagini, è un romanzo trasposto in pellicola, è poesia danzata, melodia dipinta. L’ekphrasis è interazione, relazione, ibridazione, anelito, sconfinamento. È insieme il frutto di un contagio e il risultato di una sfida: è arte che genera altre arti. L’ekphrasis parla più lingue simultaneamente, vive tra-i-linguaggi. L’ekphrasis è traduzione. L’ekphrasis è babelica.

Di ekphrasis in tutte le sue declinazioni parlerà Nicola Gardini – poeta, romanziere, saggista, traduttore, professore di Letteratura italiana e comparata a Oxford – durante la serata inaugurale di venerdì 16 nella splendida cornice dell’Antico Convento delle Agostiniane di Monte Carasso. A seguire, Tethered Lines, un concerto/performance di Joshua Chiundiza e Yann Longchamp che intreccia musica mbira, chimurenga e sungurra, ritmi euro-elettronici e flow hip-hop.

Nei due giorni successivi, al Teatro Sociale di Bellinzona si alterneranno: il grande scrittore francese Jean Echenoz, con i suoi romanzi in stile cinematografico e la sua scrittura imbevuta tanto di jazz quanto di musica classica. Il regista pluripremiato Mario Martone, che da ‘L’amore molesto’ al recentissimo ‘Nostalgia’, passando per ‘Il giovane favoloso’ e ‘L’odore del sangue’, ha intessuto negli anni un rapporto intenso e straordinario con la letteratura, a dialogo con il direttore artistico del Locarno Film Festival Giona A. Nazzaro. Le scrittrici Jakuta Alikavazovic e Léonor de Récondo, che hanno passato una notte in solitaria rispettivamente nella Sala delle cariatidi del Louvre e nel Museo El Greco di Toledo e hanno raccontato la loro esperienza in due libri della collana ‘Ma nuit aux musée’ delle edizioni Stock. Lo scrittore e disegnatore Frédéric Pajak, che con i nove volumi del suo Manifesto incerto, in corso di traduzione presso L’orma editore, ha creato un’opera unica, inclassificabile, insieme autobiografia e riflessione filosofica, saggio e romanzo, attraverso il racconto scritto e illustrato della propria vita e di quelle di poeti, artisti e filosofi come Benjamin, Van Gogh, Dickinson, Cvetaeva, Pessoa. Il fotografo statunitense Aaron Schuman, autore di ‘Slant’ (Mack, 2019) e ‘Sonata’ (Mack, 2022), nei quali il dialogo tra immagine fotografica e parola assume contorni inaspettati. Gwenn Rigal, che con ‘Il tempo sacro delle caverne’ (Adelphi, 2022) interroga attraverso i millenni i misteri dell’arte parietale del Paleolitico superiore europeo, da Chauvet a Lascaux ad Altamira. Fabienne Radi, Jérémie Gindre e Donatella Bernardi, che nei libri d’artista trovano la sintesi della loro duplice natura di artisti e scrittori. Luca Fiore, Leonardo Merlini e Vega Tescari, che ai microfoni di Moby Dick - Rete Due parleranno dell’arte di dire l’arte, raccontarla, recensirla.

Info: www.babelfestival.com.

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