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‘Distant Voice’, l’elettronico Pusterla

Scrive e produce SeaBass, featuring un Leo Pusterla fuori dalla sua zona comfort ma a suo agio, e sempre in nome del Collettivo

30 gennaio 2022
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La voce come strumento in spazi elettronici non del tutto inusuali, ma decisamente inattesi. Esperimento almeno curioso viste le caratteristiche dell’interprete, eppure riuscito e gradevole all’apparato uditivo. Si chiama ‘Distant Voice’, il brano è di Sebastiano Modolo aka SeaBass, featuring Terry Blue, per la voce del band leader Leo Pusterla. «È un po’ il mio chiodo fisso quello di spaziare il più possibile», dice il ticinese.

Pusterla e SeaBass sono entrati in contatto per l’essere entrambi sotto l’egida di Areasonica Records, l’etichetta bolognese che del Collettivo Terry Blue ha stampato ‘Only To Be There’, mastodontico ma non pachidermico album da 30 tracce uscito nel 2021 dopo firma di regolare contratto discografico. E al di fuori di ‘Only To Be There’, dove il Collettivo può far da sé senza chiedere il permesso, «SeaBass era rimasto colpito dal nostro lavoro – spiega Pusterla – e mi ha inviato alcuni brani tra cui ‘Distant Voice’ dandomi carta bianca, compresa l’esclusiva del mix, che per la prima volta curo da me».

Featuring

Per quanto sia Leo a metterci la voce e la faccia, «l’idea è stata quella di mantenere il nome Terry Blue, essendo ‘Distant Voice’ un’evoluzione abbastanza naturale di alcuni generi affrontati con il gruppo, che resta attivo, che continua a suonare e tornerà presto a registrare. Per progetti di questo tipo, per featuring con altri artisti, mi sembrava un peccato non mantenere il nome. Era anche il desiderio di SeaBass, e quello di Julie Meletta, per esempio. E Terry Blue è diverso da Leo Pusterla e molto più noto di lui». Momento di umiltà a parte, le ultime dal futuro: «Con Julie Meletta stiamo lavorando su due brani diversi, anche se le quarantene ci fanno incontrare a intermittenza».

Ermetismi

Dal testo ermetico – «Una specie di psicoterapia» – ‘Distant Voice’ è ancor più Leo Pusterla che va a passeggio per generi: «Ho fatto un passo non indifferente al di fuori della mia zona di comfort, nel senso che non mi ero mai confrontato con sonorità simili e nemmeno era così scontato riuscire a metterci del mio, arrivando io da tutt’altro mondo e per quanto vi siano in Terry Blue legami con la musica elettronica. Quando SeaBass mi chiamò, mi chiese se conoscessi le collaborazioni vocali di Bonobo (45enne musicista, Dj e producer britannico, ndr) e io gli risposi ‘eccome’, e che a 17 anni ascoltavo lui e quella corrente di musica elettronica un po’ malinconica, chill, anche se questo brano ha sonorità più club. È un genere con il quale mi confronto ogni giorno da ascoltatore ma che non avevo mai affrontato in veste di compositore e cantante. Mi ha subito stimolato il contrasto con l’esperienza Terry Blue». E della voce come strumento: «SeaBass voleva una sorta di featuring vocale in cui la voce fosse protagonista, io al contrario ho pensato di utilizzarla come elemento della composizione, una voce distante, in ossequio al titolo del pezzo. Ho voluto lasciare il focus sul suo brano, e dunque SeaBass feat. Terry Blue e non viceversa».

Allergie

Altre ultime dal futuro, in conclusione. Niente Eurovision Song Contest mai – «Purtroppo ho una certa allergia ai contest e i contest sono allergici a me» – ma la Rsi sì: «Per ‘Paganini’ canterò con Michela Domenici, moglie del Peo, il nostro batterista, una versione di ‘Addio Lugano bella’, che mi sembra molto attuale». Sorride il Pusterla, che prosegue i suoi studi da sound engineer a Milano, metropoli, restando con almeno un piede nell’assai meno affollato Ticino (B.D.

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