Spettacoli

Gianni Morandi ‘salvo’: il brano di Sanremo in rete per errore

Un frammento del brano ‘Apri tutte le porte’ era stato pubblicato sul profilo social dell’artista e subito rimosso. Riconosciuto l’errore tecnico

(Keystone)
4 gennaio 2022
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Gianni Morandi ha rischiato l’esclusione dal Festival di Sanremo. Un frammento del brano “Apri tutte le porte”, scritto da Jovanotti per lui, è stato pubblicato per errore sul suo profilo social (e poi subito rimosso). Secondo il regolamento del festival, sarebbe una possibile causa di eliminazione, ma la Direzione artistica ha deciso diversamente. Come annuncia la Rai in un comunicato, “in merito alla diffusione involontaria del brano di Gianni Morandi, in gara a Sanremo, la Direzione artistica in accordo con Rai1 non ritiene di dover escludere la suddetta canzone perché si è trattato di un puro inconveniente tecnico, dovuto alla necessità di Morandi di portare un tutore alla mano destra che ha subito diversi interventi a seguito dell’incidente occorsogli alcuni mesi fa”. Lo annuncia la Rai in un comunicato. “L’impedimento al movimento della mano ha determinato l’errore per cui Morandi ha messo in rete il backstage che stava vedendo privatamente” conclude. Restano quindi in gara la canzone e Morandi.

“Morandi non è mai ricorso a social media manager per la gestione del suo profilo Facebook e ha quindi commesso l’errore tecnico sopramenzionato. Restano quindi in gara la canzone e l’artista Morandi” sottolinea la Rai. Morandi in un video stava parlando con il produttore dj Mousse T della canzone, con il brano in sottofondo. L’anno scorso accadde un episodio simile: Fedez rischiò la squalifica per aver postato per errore su Instagram alcuni secondi del brano con cui era in gara con Francesca Michielin. Il brano fu poi ammesso e arrivò al secondo posto. “La durata dell’interpretazione nel video, postato e successivamente cancellato dall’artista – scrisse la Rai nelle motivazioni –, risulta infatti essere estremamente ridotta e tale da non svelare di per sé il brano, che non può considerarsi diffuso e che mantiene quindi la caratteristica di novità richiesta dal regolamento della manifestazione”.

Esecuzioni anticipate, la lista è lunga

Ma la storia del Festival annovera una lunga lista di estromissioni eccellenti, anche se legate a motivazioni diverse. Nel 2020 c’è l’arcinota squalifica per “defezione” costata a Bugo e Morgan l’esclusione dalla gara. Per Morgan era la seconda volta: nel 2010 viene estromesso, un paio di settimane prima dell’inizio del festival, per le dichiarazioni rilasciate al mensile Max sull’uso della droga come antidepressivo, smentite dal cantante e confermate dal direttore del mensile. Fra le prime esclusioni per brani risultati non inediti c’è nel 1957 quella di “La cosa più bella”, eseguita da Carla Boni e Tonina Torrielli. È del 1964 l’eliminazione di un giovanissimo Bobby Solo, in gara con “Una lacrima sul viso”. Il cantante, poco prima della serata finale, viene colpito da faringite e, non potendo eseguire dal vivo il brano, viene escluso dalla gara, ma gli viene consentito di cantarlo in playback. Nel 1987, Patty Pravo canta “Pigramente signora”, ma un gruppo di appassionati pesaresi denuncia che si tratta di una copia fedele di “To The Morning” di Dan Fogelberg. Patty viene esclusa. Ma tre anni dopo è protagonista di un altro caso: decide autonomamente di non partecipare perché non contenta della canzone che doveva cantare, “Donna con Te”. Viene sostituita da Anna Oxa che proporrà lo stesso brano.

Nel 1992 Jo Squillo viene esclusa alla vigilia del festival perché la sua canzone “Me gusta il movimiento” era stata accennata in un concerto. Viene sostituta da Pupo. Nel 1996 a Ornella Vanoni viene preclusa la possibilità di esibirsi al festival: la sua canzone, “Bello amore”, viola l’articolo 18 del regolamento, cioè “l’esecuzione in pubblico della parte musicale del brano, pur con parole diverse, probabilmente senza che l’artista stessa ne fosse a conoscenza”. Qualche giorno prima, su Radio2, era stato trasmesso il brano “Mare mare”, interpretato da Emilia Pellegrino, con una melodia identica. Nel cast dei Big è inclusa anche Gerardina Trovato, ma la notte prima dell’ufficializzazione della lista, Caterina Caselli della Sugar, casa discografica della Trovato, avverte Baudo che il brano della cantante era già stato eseguito in un concerto dal vivo. Baudo la esclude. Con la stessa motivazione, nel 1984, viene eliminata Silvia Conti, ammessa in gara fra i Giovani con “Favola triste”. Nel 2006 nell’occhio del ciclone finisce Simone Cristicchi, in gara tra i Giovani, per avere presentato il brano “Che bella gente”, già eseguito dalla coautrice Simona Cipollone, in una forma molto simile ma con altro titolo “Embè”, nel ’96 in una rassegna di talenti emergenti. Ma secondo il regolamento, la non originalità del brano deve essere eccepita entro le prime cinque ore successive alla prima prova a Sanremo. Cristicchi è “salvo”. È del 2008 la vicenda di “Musica e Parole” di Loredana Bertè: dopo verifiche legali e accertamenti, il brano è escluso dalla gara perché la parte musicale è la stessa di “Sesto Senso”, un pezzo firmato da Alberto Radius e Oscar Avogadro nel 1988 per Ornella Ventura. Ma in considerazione della popolarità e del momento personale della Bertè, su richiesta di Baudo, le sarà consentito di esibirsi fuori gara. Nel 2012 restano in gara Chiara Civello, con “Al posto del mondo”, e la coppia Gigi D’Alessio-Loredana Bertè, con “Respirare”. Il brano della Civello era stato eseguito in versione diversa alle selezioni di Sanremo Giovani nel 2010 da Daniele Magro, mentre un “assaggio” della canzone di D’Alessio-Bertè era stato diffuso dai due artisti sulle rispettive pagine Facebook e su YouTube. Nel 2014 a finire fuori dalla gara è Riccardo Sinigallia: l’organizzazione esclude il suo brano, “Prima di andare via”, perché ai sensi del regolamento non è “nuovo”, in quanto “già eseguito in pubblico”. Il cantante, che si scusa sul palco e si assume ogni responsabilità pur rivendicando la sua “buona fede”, può esibirsi ugualmente durante la finale, restando fuori concorso. L’esclusione da Sanremo è una sorte che non ha risparmiato neanche Claudio Villa, ‘reuccio’ della canzone italiana, 4 vittorie e 3 secondi posti: nel 1982, in polemica con l’organizzatore Gianni Ravera, accetta un consiglio del direttore di Tv Sorrisi e Canzoni, Gigi Vesigna, e rifiuta di entrare nel gruppo di otto Big che hanno la finale garantita. Si presenta tra i Giovani, cui si era polemicamente iscritto, con il brano “Facciamo la pace”, ma viene eliminato al primo turno. Esclusioni eccellenti anche tra i superospiti stranieri. Emblematico il caso di Rod Stewart, che nel 1991 arriva all’Ariston per uscirne pochi minuti dopo, ‘cacciato’ da Adriano Aragozzini, che non acconsente a fargli eseguire un solo brano al posto dei due previsti nell’accordo tra Stewart e la Rai. Il cantante inglese tornerà al Festival come ospite due anni dopo.

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