Spettacoli

La sorpresa Carrisi a Tutti i colori del giallo

Lo scrittore e regista italiano presenta, in anteprima, il suo nuovo romanzo ‘La casa senza ricordi’ al festival di Massagno

Donato Carrisi
(foto Gianmarco Chieregato)
25 novembre 2021
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Uno scrittore che presenta il suo libro dal set di un film: Luca Crovi, nuovo direttore artistico di Tutti i colori del giallo, non poteva lasciarsi sfuggire questa occasione e così questa sera, prima della proiezione del film di Edgar Wright ‘Last Night in Soho’ – un thriller dalle venature horror con Anya Taylor-Joy, presentato all’ultima Mostra del cinema di Venezia –, Donato Carrisi racconterà in un video qualcosa del suo romanzo ‘La casa senza ricordi’ (in uscita il 29 novembre) oltre che del film che sta dirigendo tratto dal suo romanzo ‘Io sono l’abisso’.

Di seguito, una parte della conversazione con il direttore Luca Crovi.

Lei è un fan di Edgar Wright e del suo modo di fare cinema?

Sì, ho amato tantissimo il suo ‘Baby Drive’ che ha un montaggio pazzesco e un cast di attori che interagiscono fra loro davvero incredibile, per non parlare poi dell’uso magistrale della colonna sonora. Le canzoni possono stregare le immagini e lo capirete anche vedendo ‘Last Night in Soho’.

L’abbiamo intervistata sul set di una pellicola fino a oggi misteriosa, qual è?

Ho appena finito di girare ‘Io sono l’abisso’, film tratto dal mio omonimo romanzo edito da Longanesi. Vi sembrera strano per uno che scrive storie di suspense e paura come me ma è una storia d’amore thriller. I meccanismi di sviluppo della storia e i colpi di scena non sono legati alla detection o all’azione ma ai sentimenti. Non c’è quasi detection nel fim e la pellicola inizia in maniera chiara e non oscura. Io vi dico tutto all’inizio del film con una dichiarazione sincera che non nasconde nulla. E una storia che si muove nell’abisso senza mostrarlo, si muove sottotraccia e poi a un certo punto iniziano dei colpi di scena inaspettati che lasceranno lo spettatore senza fiato.

Quanto ha cambiato il romanzo di partenza?

C’è una parte del romanzo che è stata rielaborata perché facendo cinema si passa a un altro linguaggio e l’uso delle immaggini è primario. A differenza del romanzo ci sono pochissime parole e la pellicola inizia in silenzio, senza musica per almeno una mezz’ora. Il film è volontariamente silenzioso, poi cambia registro. E non posso dirvi nient’altro. Ci sono solo tre battute nella prima mezz’ora ma il film corre via che è una meraviglia e vi terrà incolatti alle sedie. Un film di tensione con la colonna sonora che arriva solo in un momento fatidico.

Non può neanche dirci i nomi degli attori che partecipano al progetto?

No, per questo dovrete aspettare ancora un po’ e posso dirvi che sarà una bella sorpresa per voi.

È più facile spaventare con i romanzi o con i film?

Che bella domanda. Al cinema c’è sempre una paura condivisa che è quella di essere in sala al buio con qualcuno di fianco che magari non conosci. La paura in un libro la vivi da solo e la scateni da solo anche se l’ha generata uno scrittore. Io cerco sempre la paura nel lettore e nello spettatore cercando di individuarla e di svilupparla in quello che scrivo e giro in pellicola. Non voglio provocarla dall’esterno, voglio tirarla fuori.

Ma lei ha qualche paura?

Ho sempre avuto paura delle bambole e soprattutto del cicciobello che i miei genitori mi mettevano in fondo alla stanza per evitare che mi alzassi di notte. Ancora oggi se uno vuole spaventarmi me ne fa trovare una. Mi è capitato anche di recente sul set di ‘L’uomo del labirinto’ e devo ancora scoprire chi è stato che ha voluto terrorizzarmi cosi mettendomi una piccola bambola davanti al monitor a Cinecittà. Prima ho pensato che fosse uno scherzo poi ho capito che forse era qualcosa d’altro.

Nel frattempo lei ha finito un nuovo thriller?

Si intitola ‘La casa senza ricordi’ e racconta la storia di un bambino, Nico, che scompare assieme a sua madre. Quando tempo dopo verrà ritrovato nella Valle dell’Inferno non ricorderà nulla: non si sa chi lo ha accudito per tutto questo tempo, non si sa cosa gli è successo. Sarà lo psichiatra e ipnotista Pietro Gerber a cercare di far emergere i ricordi in lui e la cosa più spaventosa sarà che le storie che emergeranno dal suo subconscio non sono le sue.

Ma e vero che lei si e sottoposto a ipnosi per scrivere questa storia?

Sì, devo dire che ero molto scettico. Ero convinto che nessuno mi avrebbe potuto ipnotizzare poi quando mi sono risvegliato su un lettino e ho guardato fuori dalla finestra ho visto che era notte e ho capito che ero finito in una situazione che non avevo potuto gestire. Ho avuto paura e mi sono fatto raccontare che cosa mi era successo e cosa avevo svelato allo psichiatra durante quella seduta.

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