Spettacoli

Inizia Venezia 77, mostra dai tappeti rossi sbiaditi

I festival cinematografici sono "un luogo di ricerca e di confronto": così recita il manifesto presentato in una Venezia con poche star

Keystone
2 settembre 2020
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Basta guardare cosa ci aspetta questa sera, qui al Lido, per l’inaugurazione della 77ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia: si apre con un omaggio al Maestro Ennio Morricone, recentemente scomparso e sul tappeto rosso passeranno otto direttori di festival invece delle solite stelle. I flash saranno per Cate Blanchett – l’attrice è stata chiamata a guidare la Giuria ufficiale – e per Matt Dillon, attore scelto per farle compagnia. Luci anche per l'altra giurata, l’attrice francese Ludivine Sagnie, mentre qualche fotografo chiederà i nomi degli altri giurati fotografati: la regista austriaca Veronika Franz, la regista inglese Joanna Hogg, il regista tedesco Christian Petzold e lo scrittore italiano Nicola Lagioia.

Se la Giuria farà la parte del leone, il tappetino rosso sarà calpestato anche da Daniele Luchetti e dal cast del suo ‘Lacci’, film scelto per inaugurare questa Mostra, e anche da Alberto Barbera (direttore che gioca in casa), Carlo Chatrian (Berlin International Film Festival), Thierry Fremaux (Cannes Film Festival), Lili Hinstin (Locarno Film Festival), Vanja Kaludjercic (International Film Festival Rotterdam), Karel Och (International Film Festival Karlovy Vary), José Luis Rebordinos (San Sebastian International Film Festival), Tricia Tuttle (BFI London Film Festival) in rigoroso ordine alfabetico; manca Cameron Bailey impegnato nella preparazione del suo TIFF, il prestigioso festival di Toronto che partirà il 10 settembre e che da tempo toglie tanti riflettori del continente americano proprio a Venezia.

I direttori dei Festival presenti hanno stilato un documento che sarà letto proprio stasera davanti al pubblico per affermare che: “I festival non si limitano a essere delle vetrine promozionali per mostrare il meglio della creatività di autori e cineasti, ma sono sempre più centri di cultura, luoghi di formazione al servizio dei giovani registi, occasioni di formazione culturale per il pubblico e di educazione dei giovani alla bellezza e alla ricchezza dell’esperienza cinematografica. Un luogo di ricerca e di confronto dove la creatività e la libertà di espressione artistica si concretizzano in un dialogo fecondo e necessario con il pubblico e la società.” Un monito interessante proprio in quest’anno in cui la pandemia ha mostrato la fragilità dei festival cinematografici, dovuta soprattutto al loro generale spostamento sul valore glamour delle manifestazioni e della marginalizzazione del valore artistico. Un ritorno a questo è l’unica strada per la loro sopravvivenza, e i media devono capirlo. Non è un caso che il prestigioso “Il sole 24 ore” di pochi giorni fa abbia dedicato una pagina al Festival parlando di Rossellini, di Liliana Cavani e dei film che parlano della guerra nella ex Jugoslavia e di Nilde Iotti, significativa figura politica italiana. È il cinema che deve emergere. Per ricordare Morricone, la Roma Sinfonietta diretta dal Maestro Andrea Morricone, figlio di Ennio. eseguirà il Deborah Theme, composto per la colonna sonora del film ‘C’era una volta in America’ (1984) di Sergio Leone, che lo stesso musicista aveva diretto, qui a Venezia in Piazza San Marco in un memorabile concerto nel 2007. 

La mostra ieri sera ha avuto un prologo con ‘Molecole’ di Andrea Segre, un film autobiografico, un incontro con il padre, un ritorno a Venezia, un riscopre la città svuotata dal turismo. Intanto affiora in questa Mostra 77 che gli amanti della smorfia già chiamano quella delle gambe delle donne, visto, fortunatamente, il gran numero di registe portate in campo, una polemica provocata dal maschilismo di Pedro Almodóvar che nel presentare il suo nuovo film, ‘The Human Voice’ spiega che “il film descrive lo smarrimento e l’angoscia di due esseri viventi tormentati per la mancanza del loro padrone.” Il fatto è che “i due esseri viventi” di cui parla il regista, sono un cane e una donna: è a loro che manca un padrone! Povero Jean Cocteau, al quale il film si ispira (?), e povera Tilda Swinton, che del film è protagonista. Vedremo in sala. E ora è tutto pronto, distanze obbligatorie, mascherine, prenotazione del posto e finalmente gli schermi che si illuminano nel silenzio di una sala che si fa buia … è il Cinema!

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