Spettacoli

Marchè du film di Cannes, il virtuale piace

Festival cinematografico annullato, ma il tradizionale mercato del film si è tenuto, con successo, online

29 giugno 2020
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Si è chiusa con risultati che gli organizzatori dicono “superiori a ogni aspettativa” l'edizione più difficile e stimolante del tradizionale Marché du Film che dal 1959 accompagna il Festival di Cannes e dal 1979 ha letteralmente "messo le tende" dentro e intorno all'imponente Palais du Festival sulla Croisette.

Accettata la sfida dell'emergenza sanitaria e l'impossibilità di riunire in Costa Azzurra la comunità cinematografica mondiale, il direttore del Mercato Jerome Paillard ha realizzato in tempi record un “mercato online” con l'intento di fidelizzare anche via internet compratori, venditori, agenzie nazionali e industrie del settore audiovisivo. Le cifre rese note parlano di 10mila partecipanti iscritti (a prezzi di favore), 1200 film presentati sulla piattaforma Cinando, 300 stand virtuali (tra cui quello la Spagna che si è guadagnato il premio per il più inventivo ed elegante), 40mila spettatori nelle sale virtuali organizzate appositamente.

“Sono andati bene anche gli incontri, le conferenze, i panel da noi proposti – commenta Paillard – ma il dato più significativo riguarda i commenti ricevuti. In tutti ho letto la sensazione di aver vissuto cinque giorni frenetici e vitali, capaci di riprodurre il sentimento speciale che si prova venendo a Cannes. Sono stati incontri fitti di progetti, compravendite, contratti, scoperte anche se il settore che più ha risentito del momento è quello del cinema indipendente, quello che si rivela e diventa un caso grazie al festival”.

La sfida è la stessa che caratterizza tutte le manifestazioni cinematografiche dell'anno: dove sia impossibile celebrare il rito festivaliero "in presenza", può la virtualità della rete supplire e produrre risultati almeno comparabili? Dopo la Berlinale di febbraio in cui tutti si muovevano ancora ignari del contagio, uno dopo l'altro i festival di primavera sono stati chiusi o hanno tentato goffi trasferimenti online, validi solo (e non sempre) per le rassegne di cortometraggio. Dalla New York di Tribeca a Locarno, dalle incertezze sulla Mostra di Venezia fino alla selezione tutta virtuale del direttore di Cannes, si è assistito a un vero terremoto in questo campo, oscillante tra rinvii e chiusure forzate e tentativi di fare dell'emergenza un'opportunità di rinnovamento. Ecco perché il buon esito del “Mercato online”, prolungato fino a domenica da un pool di venditori specialmente americani, indica strade utili anche per il futuro.

Jerome Paillard non si sbilancia sul prossimo anno e anzi auspica un ritorno in forze dal vivo ma ammette: “La dimensione virtuale è una soglia dalla quale non si torna indietro. Si tratta di combinare la forza delle due esperienze per avere uno strumento più duttile. Del resto la gran parte degli iscritti al Marché anche oggi continua a usare la nostra piattaforma di Cinando tutto l'anno".

Tra i titoli più gettonati di questi ci sono ovviamente alcune tra i più attesi del l“abel Cannes”, ovvero i film che il direttore Fremaux ha annunciato come virtualmente selezionati: il commovente ‘Anothe Round’ di Thomas Vinterberg, la fresca rivelazione francese ‘Gagarin’, il nuovo lavoro di François Ozon ‘L'estate dell'85’, ma anche un nuovo titolo di Pablo Larrain, ‘Spencer’ dedicato alla principessa triste, Lady Diana, con Kirsten Stewart nel ruolo principale e l'inglese ‘Mothering Sunday’ con Olivia Colman (‘La favorita’) e Colin Firth.

A sorpresa però sono alcuni blockbuster americani, prodotti da compagnie satelliti delle major, ad avere avuto la maggiore attrattiva. È tornato d'attualità l'ormai favoleggiato ‘Ferrari’ di Michael Mann sul Re di Maranello; è stato conteso a cifre importanti ‘Armageddon Time’ di James Gray che torna nello spazio dopo ‘Ad Astra’ in compagnia di Oscar Isaac, Robert De Niro, Donald Sutherland, Anne Hathaway e Cate Blanchett.

“Con la svolta di questo mercato – dice il produttore spagnolo Antonio Saura – si inaugura di fatto un mercato aperto tutto l'anno. Venezia dovrebbe offrirci l'opportunità di ritrovare lo spirito originale di un festival, ma già l'appuntamento di Toronto si annuncia ibrido e ridotto nei numeri. Molti troveranno più conveniente restare in ufficio e collegarsi via internet. Per questo la Croisette 2021 sarà l'appuntamento da non mancare. Lì capiremo se siamo entrati in una nuova era o se è possibile recuperare fino in fondo la tradizione”.

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