L'intervista

Integratis (Pio e Amedeo a Lugano, il ritorno)

‘Irriverenti’, per chi li ha visti sbeffeggiare i potenti in tv, è un eufemismo. Venerdì 27 dicembre al Palacongressi, ‘La classe non è qua’. Siamo tutti avvisati.

‘Questo conflitto, questa guerra civile, ce l’avete ancora?’
18 dicembre 2019
|

«Come si chiamano quelli che vanno e poi tornano a dormire a casa? Mi ricordo che la prima volta che venimmo a Lugano non erano visti di buon occhio. Questo conflitto, questa guerra civile, ce l’avete ancora?». Il problema del frontalierato non è concetto che si possa spiegare telefonicamente a Pio e Amedeo, coppia comica del momento che GC Events porta al Palacongressi venerdì 27 dicembre alle 20.30 con lo spettacolo ‘La classe non è qua’ (www.biglietteria.ch).

È Amedeo che parla alla ‘Regione, perché Pio «è distratto» (vedi capitolo Meneguzzi, poco sotto). A proposito di classe. Pio D’Antini e Amedeo Grieco, entrambi classe 1983, entrambi di Foggia, nascono come animatori nei villaggi turistici; l’escalation televisiva li ha condotti da Telefoggia, passando per Radionorba, Telenorba e Rai, fino a Mediaset, dove all’interno delle ‘Iene’, nei panni di due ultras, hanno cantato ai Vip, in piena faccia, inni da stadio appositamente e irriverentemente riveduti e corretti. Ma è stato ‘Emigratis’, momento di pura e selvaggia follia italica, a consacrarli al grande pubblico nel ruolo di cafoni al cospetto (e a scrocco) del jet set mondiale. Lo spettacolo che ha riempito l’Arena di Verona arriva ora in Ticino. E a leggere cos’è accaduto altrove...

Ad Agrigento siete scesi in platea vestiti soltanto con gli accappatoi dell’hotel. Vedo tremare le prime file del Palacongressi...
Non è così. È vero che durante lo spettacolo facciamo sentire la gente molto vicina a noi, ma non è di loro e con loro che ridiamo. Oltre ai momenti in cui il pubblico lo incontriamo ‘fisicamente’ c’è anche il tempo speso sul palco, dove ridiamo dei luoghi comuni degli italiani e diciamo cose che di norma non si dicono in tv e nei teatri. Io dico sempre che l’Italia è un paese all’occorrenza un po’ troppo perbenista, che non fa mai il passo più lungo della gamba. È per questo che la gente, da noi, si aspetta la demolizione, ancor di più in uno spettacolo teatrale che in altre circostanze, in primis quella televisiva. Il pubblico dei teatri ci fa sentire a casa, cosa che ci fa premere il piede sull’acceleratore portandoci a fare a pezzi anche quel che non c’è da fare a pezzi.

In Svizzera vi ricordano ancora sul lungolago di Lugano con l’Apecar, a sfruttare Paolo Meneguzzi...
Certo, ma siamo stati anche al Cern di Ginevra. Poi non posso dire per quali altre cose siamo stati in Svizzera, immagino che ci siano delle famiglie che leggono il giornale. Comunque era sempre Lugano. Approfitto del fatto che Pio in questo momento è distratto per dire che lui è un assiduo frequentatore di posti dei quali ovviamente non sono qui a fare la pubblicità. I nomi non devo certo dirteli io...

Un anno fa, felici per l’invito, scrivevate ‘Da San Severo a San Remo’, sottolineando che già arrivare a San Severo non era stato facile. Siete consci dell’essere una delle grandi coppie della comicità italiana?
Sono i numeri, e chi lavora intorno a noi a dircelo. Da parte nostra, ci divertiamo ancora. Uno spettacolo, soprattutto quello comico, riesce solo quando si è contenti di quel che si sta facendo. Noi lo siamo e questa sincerità arriva al pubblico. Forse è questa la chiave del successo che ci è piovuto addosso. Ovviamente sono cambiate tante cose, ma non la voglia di divertirci. Nei teatri portiamo lo stesso rispetto che avevamo per il pubblico dei villaggi turistici. Ancor più oggi, che per noi si spendono soldi per un biglietto. Non so come state messi voi, ma in Italia è un periodo così così...

Per voi si spendono aggettivi come ‘irriverenti’, ‘dissacratori’. Com’è che vi viene così facile maltrattare i Vip? In ‘Emigratis’, detto terra terra, usate delle sostanze chimiche o siete lucidi?
Siamo lucidissimi. Quello che si vede in ‘Emigratis’ accade quando incontri il ricco o il potente, che è un’altra delle cose per le quali la gente ci vuole bene. Il Vip di solito è attorniato da leccapiedi (edulcorato, ndr) dei quali è compiaciuto. E lì arriviamo noi, e gli diciamo tutto quello che la gente vera vorrebbe dirgli. E quanto più vicini siamo al ricco e al potente, e l’attenzione a come parlare e a cosa dire dovrebbe essere più alta, tanto più ci viene da dire la verità. Così è anche per i luoghi, per i posti come Sanremo, nei quali devi stare attento alle virgole da aggiungere. Al Festival ci siamo andati con un pezzo che su carta doveva durare dieci minuti e invece ne è durati venticinque.

A Carnevale, sulle vostre pagine social, c’erano foto di bambini vestiti da Pio e Amedeo in ‘Emigratis’...
È una cosa bella, è un altro segno tangibile di quanto faccia e abbia fatto breccia il nostro modo di fare. ‘Emigratis’ è stato un sogno che abbiamo realizzato noi per primi. In quel momento non interpretavamo dei personaggi, ma eravamo i personaggi. Ci mettevamo quei panni addosso pensando a come si sarebbe comportato l’italiano male istruito del sud in contesti così incredibili. La cosa ha fatto simpatia perché alla fine, se non si esagera, l’italiano coi suoi modi di fare di simpatia ne produce. A parte chi in Italia ci ha dato davvero dei cafoni perché non è riuscito a leggere tra le righe, forse perché ha qualche problema.

Prima che rimettiate piede sul suolo elvetico, alcune domande per provare il vostro potenziale d’integrazione: Totti o Federer?
Calcio o tennis? Federer è svizzero, devo stare attento. E poi ha le quote in Rolex e quindi scelgo Federer, non si sa mai...

Orecchiette o luganighetta?
Vabbè, qui mi prendi nel cuore. Se non dico ‘orecchiette’ mi rapiscono i bambini a casa e mi chiedono il riscatto. Quindi orecchiette.

Michelle Hunziker o Monica Bellucci?
Questa è molto difficile. Dipende dai giorni. Facciamo così: quelli dispari Michelle, quelli pari Monica.

Sophia Loren o Ursula Andress?
Anche qui siamo sopra un campo minato. Si può fare un weekend a testa? Anche perché, vista l’età, alle due signore bisognerà dare un po’ di respiro...

Chiudendo col titolo dello spettacolo: la cosa più di classe che avete fatto?
Nel lavoro è quella che stiamo facendo ultimamente, una cosa che è un grande sacrificio per noi: uscire dai buffet, dai ricevimenti di gala, e decidere che non porteremo via niente. Il fatto di non poter saccheggiare i banchetti è veramente un gesto di grande eleganza, credimi...

 

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE