Spettacoli

Film e video, l'età minima va fissata a livello nazionale

È quanto provede la legge in materia inviata in consultazione dal Consiglio federale

(Ti Press)
15 marzo 2019
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L'età minima per guardare un film o acquistare un videogioco va uniformata a livello nazionale. È quanto prevede una nuova legge in materia inviata oggi in consultazione dal Consiglio federale fino al 24 giugno. Lo scopo è meglio proteggere i minorenni dai contenuti mediali inadeguati.

Attualmente non esistono norme federali in materia. La competenza di legiferare spetta pertanto ai Cantoni. Per quel che concerne i film - proiezioni cinematografiche, acquisto di DVD e Blu-ray - esiste una Commissione svizzera del film e della tutela dei giovani che formula raccomandazioni in merito all'età minima. Se praticamente tutti i cantoni vi hanno aderito (solo Ticino e Zurigo non lo hanno fatto), soltanto i due Basilea, Neuchâtel, Vaud e Vallese hanno disposizioni legali in materia.

Nei videogiochi si è assistito a una autoregolamentazione a livello europeo tramite il sistema PEGI. Esso indica l'età a partire dalla quale un videogame è adeguato. Attualmente oltre il 90% dei giochi è venduto con l'etichetta PEGI. Tuttavia, anche qui sono solo i due Basilea, Neuchâtel, Vaud e Vallese ad aver emanato disposizioni legali.

Insomma, le regolamentazioni in materia di protezione dei minori per film e videogiochi sono in Svizzera molto frammentarie e eterogenee. Presentano anche diverse lacune e carenze a livello normativo nonché problemi sul piano esecutivo, sottolinea il governo.

Da qui la necessità di agire a livello federale. L'obiettivo, afferma il governo, è "proteggere i minorenni da rappresentazioni di cruda violenza o di natura sessuale e da altri contenuti inadeguati, che potrebbero nuocere al loro sviluppo".

Una volta la nuova legge entrata in vigore, tutti i cinema, le videoteche, i venditori al dettaglio online, i punti di vendita e i portali video in Svizzera saranno tenuti a indicare l'età minima richiesta e a effettuare controlli d'età. Per chi non dovesse applicare le nuove disposizioni sono previste multe fino a 40'000 franchi.

Spetterà agli operatori del settore, in associazione con le organizzazioni per la protezione dei minori, fissare le regole per l'indicazione dell'età minima e per il suo controllo. Al Consiglio federale toccherà poi dichiararle vincolanti per tutti.

Tuttavia, se due anni dopo l'entrata in vigore della nuova legge non sarà ancora stata dichiarata vincolante alcuna regolamentazione in materia, il Consiglio federale potrà emanare prescrizioni per il settore in questione (film o videogiochi).

La nuova legge prevede anche obblighi per i fornitori di media audiovisivi a richiesta ("video on demand") con sede in Svizzera (come Swisscom, Sunrise e UPC). Questi, in linea con la recente direttiva dell'UE sui servizi di media audiovisivi, dovranno implementare un sistema di controllo dell'età.

Per via del principio di territorialità rimane il problema di come considerare i fornitori di servizi esteri. Se per i grossi gruppi con sedi o filiali nell'UE, come YouTube o Netflix, non dovrebbero esserci problemi (nell'Unione europea valgono requisiti analoghi a quelli previsti in Svizzera), non è invece chiaro in che misura i bambini e i giovani potranno ripiegare su piattaforme alternative, meno regolamentate o non regolamentate affatto, per accedere a contenuti inappropriati.

La futura legge non concerne invece i programmi televisivi. La Legge federale sulla radiotelevisione contempla comunque già una norma di protezione dei minori.

L'età minima per guardare un film o acquistare un videogioco va uniformata a livello nazionale. È quanto prevede una nuova legge in materia inviata oggi in consultazione dal Consiglio federale fino al 24 giugno. Lo scopo è meglio proteggere i minorenni dai contenuti mediali inadeguati.

Attualmente non esistono norme federali in materia. La competenza di legiferare spetta pertanto ai Cantoni. Per quel che concerne i film - proiezioni cinematografiche, acquisto di DVD e Blu-ray - esiste una Commissione svizzera del film e della tutela dei giovani che formula raccomandazioni in merito all'età minima. Se praticamente tutti i cantoni vi hanno aderito (solo Ticino e Zurigo non lo hanno fatto), soltanto i due Basilea, Neuchâtel, Vaud e Vallese hanno disposizioni legali in materia.

Nei videogiochi si è assistito a una autoregolamentazione a livello europeo tramite il sistema PEGI. Esso indica l'età a partire dalla quale un videogame è adeguato. Attualmente oltre il 90% dei giochi è venduto con l'etichetta PEGI. Tuttavia, anche qui sono solo i due Basilea, Neuchâtel, Vaud e Vallese ad aver emanato disposizioni legali.

Insomma, le regolamentazioni in materia di protezione dei minori per film e videogiochi sono in Svizzera molto frammentarie e eterogenee. Presentano anche diverse lacune e carenze a livello normativo nonché problemi sul piano esecutivo, sottolinea il governo.

Da qui la necessità di agire a livello federale. L'obiettivo, afferma il governo, è "proteggere i minorenni da rappresentazioni di cruda violenza o di natura sessuale e da altri contenuti inadeguati, che potrebbero nuocere al loro sviluppo".

Una volta la nuova legge entrata in vigore, tutti i cinema, le videoteche, i venditori al dettaglio online, i punti di vendita e i portali video in Svizzera saranno tenuti a indicare l'età minima richiesta e a effettuare controlli d'età. Per chi non dovesse applicare le nuove disposizioni sono previste multe fino a 40'000 franchi.

Spetterà agli operatori del settore, in associazione con le organizzazioni per la protezione dei minori, fissare le regole per l'indicazione dell'età minima e per il suo controllo. Al Consiglio federale toccherà poi dichiararle vincolanti per tutti.

Tuttavia, se due anni dopo l'entrata in vigore della nuova legge non sarà ancora stata dichiarata vincolante alcuna regolamentazione in materia, il Consiglio federale potrà emanare prescrizioni per il settore in questione (film o videogiochi).

La nuova legge prevede anche obblighi per i fornitori di media audiovisivi a richiesta ("video on demand") con sede in Svizzera (come Swisscom, Sunrise e UPC). Questi, in linea con la recente direttiva dell'UE sui servizi di media audiovisivi, dovranno implementare un sistema di controllo dell'età.

Per via del principio di territorialità rimane il problema di come considerare i fornitori di servizi esteri. Se per i grossi gruppi con sedi o filiali nell'UE, come YouTube o Netflix, non dovrebbero esserci problemi (nell'Unione europea valgono requisiti analoghi a quelli previsti in Svizzera), non è invece chiaro in che misura i bambini e i giovani potranno ripiegare su piattaforme alternative, meno regolamentate o non regolamentate affatto, per accedere a contenuti inappropriati.

La futura legge non concerne invece i programmi televisivi. La Legge federale sulla radiotelevisione contempla comunque già una norma di protezione dei minori. (Ats)

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